Svizzera

Fine prossima della guerra? Improbabile, ‘a meno di un miracolo’

A un anno dall’invasione dell’Ucraina, Cassis denuncia il ritorno della politica del più forte: ‘Il poliziotto mondiale della pace è ora impotente’

Ignazio Cassis
(Keystone)
23 febbraio 2023
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Un anno dopo l’attacco russo in Ucraina, il mondo è diventato multipolare con un ritorno inquietante alla politica del più forte, secondo Ignazio Cassis. "Si osservano potenze regionali nostalgiche del loro glorioso passato che mostrano i muscoli".

"Per le relazioni internazionali, è come se avessimo imparato una lingua e che da un giorno all’altro dovessimo utilizzarne un’altra", ha detto il ministro degli esteri in un’intervista diffusa oggi da Le Temps. "Bisogna deprogrammarsi per riprogrammarsi in un altro modo".

L’invasione russa ha avuto come conseguenza anche la paralisi dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) e del Consiglio d’Europa, ha aggiunto il consigliere federale. Persino "il poliziotto mondiale della pace che è l’Onu è attualmente impotente di fronte a questa guerra".

La Svizzera, membro del Consiglio di sicurezza da inizio anno, fa "tutto ciò che è possibile" in seno all’Onu, assicura il ticinese. "Ma siccome la Russia ha diritto di veto, è quai impossibile fare qualcosa". Proprio per questo, il ministro non si mostra ottimista riguardo a una prossima fine del conflitto, "a meno di un miracolo".

Negoziati a Ginevra

Malgrado il rifiuto di Mosca, la Confederazione continua a offrire i suoi buoni uffici per trovare una soluzione, ha detto ancora Cassis. "Un giorno questa guerra finirà attraverso un negoziato. Costruire la pace è un affare complicato che necessita molta diplomazia".

Degli incontri hanno luogo a Ginevra "nella massima discrezione". Tuttavia, al momento non si svolgono ai più alti livelli.

Secondo il consigliere federale, la Svizzera ha affiancato i Paesi occidentali adottando le sanzioni conto la Russia. "Sono convinto che si sia trattato della decisione giusta", ha detto Cassis, sottolineando la pesante violazione del diritto internazionale da parte di Mosca.

Ricostruzione

La ricostruzione dell’Ucraina costerà miliardi di dollari, ha spiegato il ticinese. "La Svizzera dovrà parteciparvi e probabilmente non con i fondi che utilizziamo oggi nella cooperazione internazionale".

L’aiuto elvetico deve essere un contributo consistente su più anni, che va oltre il normale aiuto. "Si tratta di un progetto generazionale. Ci sarà probabilmente un piano Marshall internazionale al quale la Svizzera parteciperà".

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