La Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati ha respinto il progetto del Governo per 5 voti a 5 e 3 astensioni
L’applicazione della legge contro la dissimulazione del viso fatica a decollare. La Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati (Cip-S) ha respinto oggi il disegno di legge governativo, ciò che equivale a una proposta di non entrata in materia. La decisione per 5 voti a 5 e 3 astensioni, grazie al voto preponderante del suo presidente.
Il progetto del governo, presentato lo scorso ottobre, mira a concretizzare l’articolo costituzionale sul divieto di dissimulazione del volto, approvato in votazione popolare nel marzo 2021 dal 51,2% dei votanti. La questione sarà trattata dal Consiglio degli Stati nella sessione primaverile.
La Cip-S era inizialmente entrata in materia con 6 voti a 4 e 3 astensioni, per poi procedere alla deliberazione di dettaglio. Alla luce del risultato finale, ha infine deciso di respingere il disegno governativo, soprattutto per motivi legati al federalismo e alla sussidiarietà, si legge in una nota dei servizi parlamentari. L’articolo costituzionale sul divieto di dissimulare il viso può infatti essere attuato nelle legislazioni cantonali: una simile attuazione è tanto più appropriata in quanto la facoltà di emanare norme sull’uso del demanio pubblico spetta ai Cantoni, prosegue il comunicato.
Per quel che concerne il divieto di dissimulazione del viso, la Confederazione ha da parte sua soltanto il potere di emanare norme di diritto penale. Secondo la commissione, fondare la facoltà di legiferare in questo ambito su una competenza in materia di diritto penale non è opportuno: l’obiettivo principale del divieto di dissimulazione del viso, infatti, non è sanzionare, bensì garantire la sicurezza e l’ordine pubblico e, più in generale, la convivenza civile.