Svizzera

Frontalieri, nel 2022 +6,1% in Svizzera, +4,4% in Ticino

Il numero totale tocca le 380’000 persone. L’aumento maggiore nel Canton Ginevra, e nel Vaud, il Ticino al terzo posto con 3’300 nuovi lavoratori

21 febbraio 2023
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Il numero di frontalieri è aumentato in Svizzera del 6,1% nel quarto trimestre del 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, arrivando a quota 380’000 persone. In Ticino la progressione è stata del 4,4% a quota 77’739, rende noto oggi l’Ufficio federale di statistica (Ust).

In termini assoluti, l’aumento maggiore è stato registrato nel Canton Ginevra (+7’300 rispetto allo stesso trimestre del 2021, equivalente a una crescita del 7,6%), seguito da Vaud (+3’900; +10,6%) e Ticino (+3’300; +4,4%). In questi tre cantoni si concentra circa il 60% della forza lavoro frontaliera: il 27,4% a Ginevra, il 20,4% in Ticino e il 10,8% nel Vaud.

A livello nazionale, la quota dei pendolari d’oltreconfine sul totale delle persone occupate è salita al 7,3% (+0,4 punti percentuali). Rispetto al totale degli impieghi, il Ticino è il cantone con la maggior quota di frontalieri, 32,6%, seguito da Ginevra (28,8%) e Giura (24,2%), precisa l’Ust.

Aumento più marcato rispetto agli occupati

Negli ultimi cinque anni il numero di frontalieri è cresciuto in maniera molto più marcata rispetto a quello delle persone occupate. Tra la fine del 2017 e la fine del 2022, il numero di lavoratori pendolari è aumentato di 59’700 unità, con un incremento del 18,6%. Nello stesso lasso di tempo, il totale di persone occupate (secondo la statistica delle persone occupate, Spo) è passato da 5,050 milioni a 5,202 milioni, segnando una progressione del 3,0%.

Durante la prima ondata della pandemia di Covid-19, il numero di frontalieri è rimasto relativamente stabile: fra la fine del 2019 e la fine 2020 l’aumento è stato dello 0,7%. Alla fine del quarto trimestre del 2021 il loro effettivo è poi passato a 359’000, segnando un +5,2% in un anno. In confronto, il numero di persone occupate è diminuito dello 0,3% (17’200 unità) tra il 2019 e il 2020, per poi aumentare dell’1,1% (55’600 persone) tra il 2020 e il 2021.

La maggior parte dei frontalieri nel terziario

A fine 2022 il 56,3% della manodopera d’oltreconfine attiva in Svizzera proveniva dalla Francia, il 23,5% dall’Italia, il 17,1% dalla Germania, il 2,3% dall’Austria e lo 0,2% dal Liechtenstein. Lo 0,8% era domiciliato in un Paese non confinante (lo statuto di frontaliere prevede che il lavoratore torni al proprio domicilio una volta alla settimana). La maggior parte dei frontalieri lavorava nel settore terziario (68,6%). Il 30,7% era attivo nel settore secondario e lo 0,7% nel settore primario.

In Ticino le proporzioni sono simili: il 66,9% è attivo nel terziario, il 32,2% nel secondario e lo 0,9% nel primario a fine 2022. Il maggiore incremento si è registrato nel settore dei servizi: 2’758 persone in più in un anno, pari a un aumento del 5,6%.

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