Svizzera

‘Caso AutoPostale’, luce verde per un imputato

Il Tribunale penale federale ha deciso di concedere all’ex dirigente l’accesso agli atti redatti fino a oggi

Nessun potenziale ostacolo per le indagini in corso
(Ti-Press)
9 febbraio 2023
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A seguito di un ricorso, il Tribunale penale federale ha concesso a uno degli imputati nel ‘caso AutoPostale’ di consultare gli atti redatti fino a oggi, nonostante l’accusato non sia ancora stato interrogato sulla questione.

La corte dei reclami penali del Tribunale penale federale ha motivato la presa di posizione pubblicata oggi affermando che le indagini sarebbero state difficilmente ostacolate poiché il contenuto della documentazione dovrebbe essere ampiamente noto all’interessato a seguito del suo passato impiego trascorso presso l’azienda. Gli inquirenti non dovrebbero dunque più aspettarsi colpi di scena, come avevano precedentemente sostenuto.

Inoltre, all’interessato è stata concessa la visione degli atti redatti da due ex inquirenti, la cui nomina è stata giudicata non conforme alla legge, motivo per cui è pure stato necessario ripetere l’inchiesta. La loro documentazione era poi stata dichiarata nulla dallo stesso tribunale.

Anche su un altro punto chiave il Tribunale penale federale ha dato ragione all’ex dipendente di AutoPostale, ovvero: sapere quali atti sono stati considerati compromessi e quali invece sono ritenuti ancora validi in vista della nuova inchiesta rappresenta un legittimo interesse dell’imputato.

Nuovo incaricato dell’inchiesta

Inoltre, l’accusato avrà accesso ai documenti relativi alla nomina dei nuovi incaricati dell’inchiesta. Anche su questo punto, la corte dei reclami ritiene che si tratti di un interesse legittimo, poiché in precedenza la nomina da parte di Fedpol dell’ex giudice federale Hans Mathys e del giudice cantonale Pierre Cornu, per guidare l’inchiesta esterna, si è rivelata non conforme alla legge.

Il ‘caso AutoPostale’ era emerso nell’autunno del 2017, quando l’Ufficio federale dei trasporti aveva scoperto che dal 2007 l’azienda dei trasporti pubblici aveva commesso frodi percependo sovvenzioni troppo elevate.

Nel 2018 e nel 2019, la Posta Svizzera aveva rimborsato alla Confederazione, ai Cantoni e ai Comuni un importo di 205,3 milioni di franchi.

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