Svizzera

Lunga vita agli Sms: ‘Non faranno la fine degli Mms’

Dopo la decisione di pensionare i messaggi multimediali, il presidente della direzione di Salt rassicura: ‘Per quelli testuali l’importanza è crescente’

Necessari ad esempio per le autenticazioni in due fasi
(Keystone)
30 gennaio 2023
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Dopo la fine dell’Mms (multimedia messaging service, cioè gli Sms con contenuti multimediali, spesso foto) non si prospetta anche l’abbandono per il suo fratello più anziano, l’Sms: lo assicura Pascal Grieder, presidente della direzione dell’operatore di telefonia mobile Salt, che invita anche chi vuole meno radiazioni ad abbracciare la nuova tecnologia 5G.

"L’Sms ha un’importanza crescente per il login a due fasi, ad esempio per gli account personali nel commercio online, nell’e-banking o nei rapporti con le casse malati", spiega il manager in un’intervista pubblicata dal Blick. "Tramite Sms si riceve un codice necessario per l’accettazione. Ecco perché oggi l’Sms non ha una data di scadenza".

Inoltre, il calo del numero di utenti di Sms non è forte come per l’Mms. Come noto, Salt ha interrotto il servizio Mms il 10 gennaio, e anche Swisscom ha fatto lo stesso all’inizio del 2023; Sunrise non ha ancora preso una decisione.

Nell’intervista Grieder prende posizione anche sul tema del 5G, la telefonia mobile di ultima generazione. "La Svizzera rischia di perdere terreno nella comunicazione mobile se il 5G non avanzerà rapidamente", argomenta il 45enne. "Abbiamo un arretrato di 3’200 domande per nuove antenne in Svizzera, perché la popolazione si è opposta alla loro costruzione. Comunque perlomeno oggi è possibile elaborare in tempi ragionevoli tante domande quante sono le nuove opposizioni."

"Capisco le preoccupazioni e certe paure, ma non posso comprenderle in tutti i casi", prosegue il dirigente con dottorato conseguito al Politecnico federale di Zurigo. "Gli studi scientifici seri sono molto chiari nell’affermare che le radiazioni dei telefoni cellulari sono in gran parte innocue. Se non vi fidate dei fatti, dovreste considerare che il 90% delle radiazioni a cui siamo esposti proviene dal telefono cellulare stesso".

"Se voglio davvero ridurre l’esposizione alle radiazioni, allora non è utile ridurre il numero di antenne, perché poi i telefoni cellulari devono irradiare più forte per raggiungere l’antenna successiva. Se volete meno radiazioni, dovete assolutamente sostenere l’espansione del 5G invece di impedirla", si dice convinto il Ceo di Salt. "Faccio un esempio: un’antenna 4G irradia tutta la casa. Le antenne mobili 5G sono più efficienti e producono livelli di radiazione inferiori rispetto alle antenne convenzionali, perché localizzano e indirizzano in modo molto specifico i telefoni cellulari con capacità 5G presenti nell’abitazione".

Riguardo all’andamento degli affari dell’impresa, i risultati saranno pubblicati a fine marzo. "Quello che posso dire: siamo cresciuti molto bene in termini di fatturato, profitto e clienti, e per la maggior parte meglio della media del settore nei primi tre trimestri. Il momento è favorevole", conclude il manager con trascorsi presso McKinsey e che dal 2018 è alla testa di Salt.

Nata nel 1999 come filiale dell’impresa britannica Orange, di cui aveva anche il nome, Salt è stato il terzo operatore ad aver ricevuto dalle autorità elvetiche una concessione per la telefonia mobile. Fra il 2012 e il 2014 l’azienda è stata di proprietà della società d’investimento inglese Apax, che l’ha poi venduta alla holding francese NJJ Capital appartenente al miliardario francese Xavier Niel. Nell’aprile 2015 è stata ribattezzata con la nuova ragione sociale di Salt.

Oggi l’impresa con sede a Renens (Vd) ha oltre 100 negozi e una rete di telefonia che raggiunge il 99% della popolazione svizzera. L’organico è di circa 1’000 dipendenti, di cui quasi il 30% donne: la parità di salario è stata certificata da un’impresa esterna, ha assicurato Grieder nell’intervista. Il Ceo non vuole invece rivelare il suo compenso: "Il mio stipendio non è di interesse pubblico, così come non metterei le foto di famiglia sul sito web della nostra azienda", argomenta.

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