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Ueli Maurer e il paradosso del partito più forte

Prima forza politica del Paese, eppure nel ruolo di comprimario? Nuovo monito dell’ex consigliere federale democentrista: siamo in un vicolo cieco.

Da consigliere federale a eminenza grigia del partito
(Keystone)
8 gennaio 2023
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L’Udc è di gran lunga il primo partito svizzero. Ma è anche quello che in Parlamento lo scorso anno ha vinto meno di tutti. E anche di fronte al popolo’, al quale così volentieri si appella, ha perso più spesso degli altri nel biennio 2021/2022. I calcoli fatti e pubblicati ieri dalla ‘SonntagsZeitung’ corroborano le parole pronunciate il giorno prima da Ueli Maurer. Sabato, alla tradizionale ‘giornata di clausura’ nel canton Turgovia, l’ormai ex consigliere federale democentrista non le ha mandate a dire: "Il partito, a essere sinceri, è in un vicolo cieco", ha affermato il 72enne. In realtà, l’Udc al momento sembra avere tutte le carte in regola per fare bene alle prossime elezioni federali. Le dichiarazioni di Maurer, riportate dalla ‘Nzz am Sonntag’, suonano dunque più che altro come un monito. O piuttosto come uno sprone a cambiare atteggiamento.

Maurer è stato presidente dell’Unione democratica di centro dal 1996 al 2008. Anche da pensionato, resta una figura di riferimento per i suoi. Stando alla ‘Nzz am Sonntag’, potrebbe persino svolgere un ruolo attivo nella campagna per le ‘federali’. Per ora l’ex ministro delle Finanze si limita a vestire i panni del fustigatore. Già in un’intervista apparsa il 31 dicembre sulla ‘Nzz’ aveva consigliato al suo partito di dimostrare più responsabilità e dare prova di maggior collaborazione. L’Udc – aveva affermato – dovrà rivedere la sua strategia, "occuparsi delle maggioranze" e trovare una "nuova narrazione positiva’. Se si continua a suonare l’allarme, si perde in efficacia.

Adesso Maurer rilancia. Parlando di un problema interno al partito e della necessità di uscire da una "spirale negativa". Nel 2015 l’Udc aveva raggiunto il picco elettorale, sfiorando il 30% alle elezioni del Consiglio nazionale. Quattro anni dopo, un brusco atterraggio: 25,6%, il peggior (per modo di dire…) risultato dal 2003. Non abbiamo più la stessa immagine di vincitori come nel 2015, ha affermato sabato Ueli Maurer. Secondo lo zurighese, una delle ragioni – riferisce sempre la ‘Nzz am Sonntag’ – risiede nel fatto che durante le due ultime legislature il partito si sarebbe perso troppo spesso nei dettagli, tralasciando il lavoro programmatico.

Destra disunita

Linea dura, o poco chiara, su molti temi: il risultato – come attestano i calcoli della ‘SonntagsZeitung’ – è un progressivo isolamento; con conseguenti, regolari sconfitte in Parlamento e nelle votazioni popolari (dove però l’Udc è riuscita, nel 2021, ad affossare praticamente da sola la legge sul CO2). Il famoso ‘bürgerliche Schulterschluss’ – lo ‘spalleggiamento borghese’ annunciato nel 2015 dagli allora presidenti di Udc, Plr e Ppd (ora Centro) – non si è mai materializzato. A Berna Udc e Plr votano spesso all’unisono su temi di politica economica e fiscale; e in alcuni Cantoni – ha detto il presidente dell’Udc Marco Chiesa in un’intervista alla ‘Nzz am Sonntag’ – discutono di congiunzioni di liste in vista delle ‘federali’ di ottobre. Tuttavia, diversamente da quanto accade con Ps e Verdi (vedi sotto), i due partiti della destra – che assieme detengono la maggioranza in Governo – si ritrovano sempre più spesso su fronti opposti in Parlamento: nel 2022 al Nazionale hanno votato allo stesso modo solamente nel 58% dei casi, più di rado che quattro anni prima (68%). E anche su temi importanti come il controprogetto all’iniziativa per i ghiacciai, fa notare la ‘SonntagsZeitung’.

Sia quel che sia, l’Udc può guardare fiduciosa alle elezioni del prossimo autunno. L’obiettivo – ha spiegato Chiesa al ‘telegiornale’ della Rsi – è recuperare quei 100mila elettori che nel 2019 hanno voltato le spalle al partito, dopo averlo votato quattro anni prima. Sarà difficile riuscirvi, ripetere l’exploit del 2015. Ma l’ultimo barometro elettorale dell’istituto Sotomo lo conforta (gli attribuisce il 26,1% delle intenzioni di voto, in crescita dello 0,5%). La perdita di seggi nei parlamenti cantonali si è arrestata lo scorso anno. Le frecce al suo arco (referendum sul controprogetto all’iniziativa per i ghiacciai, raccolta firme per l’iniziativa anti-Ssr, lancio della nuova iniziativa sull’immigrazione) sono numerose in quest’anno elettorale. E, soprattutto, il contesto (guerra in Ucraina, pressione migratoria accresciuta, crisi energetica) dovrebbe giocare a suo favore.

Insomma: nonostante l’uscita di scena del suo leader carismatico Christoph Blocher, malgrado i reali o presunti "problemi di credibilità del suo personale dirigente" (‘SonntagsZeitung’) e un presidente che "parla sempre meglio tedesco, ma che politicamente non incide" (‘Nzz am Sonntag’), l’Udc pare destinata a consolidare la sua forza elettorale. Se i numeri poi si tradurranno in un’accresciuta, effettiva forza d’urto – in Parlamento e alle urne – è tutto da vedere. Sin qui, ad esempio, il primo partito svizzero non è mai riuscito a sfondare al Consiglio degli Stati, dove vengono eletti solo candidati moderati, in grado di raccogliere una maggioranza dei voti nei rispettivi cantoni. L’Udc dovrà dimostrare di sapersi ‘occupare delle maggioranze’ se non vuole correre il rischio di rimanere relegato – paradossalmente, vista appunto la sua schiacciante superiorità nelle elezioni per il Consiglio nazionale – in un ruolo di comprimario. Ueli Maurer non ha torto.

affinità partitiche

Verdi e Ps a una voce

Stando a un calcolo della ‘SonntagsZeitung’, i Verdi e il Partito socialista (Ps) hanno votato allo stesso modo nel 94% dei casi in Consiglio nazionale lo scorso anno. Dal canto loro, l’Udc e il Plr mostrano differenze più importanti, con solo il 58% di voti identici. Il domenicale ha preso in considerazione circa 1’000 decisioni della Camera del popolo per vedere la prossimità tra le formazioni politiche. Per quanto riguarda i successi in parlamento, il Centro è il partito che ha vinto il maggior numero di votazioni, seguito dal Plr e dai Verdi liberali. L’Udc, principale partito svizzero, arriva invece in fondo alla classifica.

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