Svizzera

Caso Crypto: aperta una procedura penale contro Peter Marti

L’autorizzazione nei confronti dell’inquirente straordinario è stata rilasciata dalla Segretaria generale del Dipartimento federale di giustizia e polizia

(Keystone)
20 dicembre 2022
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Il procuratore federale straordinario Stephan Zimmerli può avviare un procedimento penale nei confronti dell’inquirente straordinario Peter Marti in relazione alle indiscrezioni sul caso Crypto.

Prevale ancora la presunzione di innocenza, precisa una nota odierna del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), la cui Segreteria ha autorizzato oggi l’avvio di indagini. A Keystone-ATS, Marti ha preferito non commentare la decisione.

Indagine sull’inquirente

Nel gennaio 2021, l’autorità di vigilanza sul Ministero pubblico della Confederazione (AV‐MPC) aveva nominato Peter Marti procuratore pubblico straordinario della Confederazione, incaricandolo di indagare su una possibile violazione del segreto d’ufficio in relazione al "caso Crypto AG". Nel frattempo è stata sporta denuncia contro Marti stesso. Per esaminare le accuse l’AV‐MPC ha nominato Stephan Zimmerli procuratore federale straordinario.

Per poter procedere penalmente nei confronti di Marti è necessaria l’autorizzazione a perseguire impiegati della Confederazione. Tale autorizzazione mira a tutelare lo svolgimento senza ostacoli dell’attività amministrativa della Confederazione nonché dei suoi impiegati da procedimenti penali immotivati e in particolare temerari.

L’autorizzazione va in linea di massima rilasciata: è sufficiente anche solo una probabilità esigua che la fattispecie penale sia adempiuta. Può essere rifiutata soltanto se manifestamente non sussiste un atto punibile, se si tratta di un caso di lieve entità o se nei confronti della persona in questione è stata adottata una misura disciplinare appropriata. La legge non prevede altri motivi di rifiuto.

La decisione relativa alle domande di autorizzazione a procedere nei confronti di impiegati della Confederazione compete alla Segretaria generale del DFGP. Nel presente caso l’autorizzazione è stata rilasciata perché non si può escludere che sussistano le fattispecie di reato imputate a Marti. L’autorizzazione al procedimento penale non costituisce tuttavia un indizio della colpa o dell’innocenza di una persona. L’esame di tale questione compete all’autorità di perseguimento penale e non al DFGP.

La denuncia

La notizia della denuncia contro Marti è diventata di dominio pubblico il 15 di settembre scorso, come indicato a suo tempo a Keystone-ATS dal Ministero pubblico della Confederazione che, per l’occasione, aveva trasmesso il dossier al AV-MPC.

Secondo le testate di Tamedia, la denuncia sarebbe stata sporta da Peter Lauener, ex responsabile delle comunicazioni del Dipartimento federale dell’interno (DFI), con l’accusa di abuso di autorità.

Lauener era al centro dell’indagine avviata da Marti su una fuga di informazioni nel caso Crypto, relativa a un rapporto delle commissioni della gestione dell’Assemblea federale. Erano state proprio queste commissioni a sporgere denuncia per violazione del segreto d’ufficio nel novembre 2020.

La vicenda Crypto

La CIA e i Servizi segreti tedeschi BND avrebbero per decenni intercettato migliaia di documenti da più di 100 Paesi utilizzando macchine crittografiche della Crypto SA. Diversi governi si sono affidati alla società di Zugo per criptare le loro comunicazioni, ignorando che la società fosse di proprietà della CIA e del BND e che questi ne manipolavano la tecnologia per decodificarne le informazioni.

Stando a una indagine giornalistica della televisione svizzero tedesca SRF, della tv germanica ZDF e del quotidiano americano Washington Post, nel 1970 la Crypto sarebbe stata acquistata da CIA e BND attraverso una fondazione in Liechtenstein.

Secondo un rapporto della Delegazione delle Commissioni della gestione (DelCG), reso noto nel 2020 e oggetto della fuga di notizie in questione, i servizi segreti svizzeri sapevano fin dal 1993 che dietro la Crypto vi fossero la CIA e il corrispettivo tedesco BND. Il Consiglio federale era però all’oscuro di tutto. Malgrado ciò vi è una corresponsabilità politica delle autorità svizzere per le attività dell’impresa.

Il rapporto definisce inoltre verosimile che vi sia stata una collaborazione in materia di attività informative tra il Servizio informazioni strategico (SIS), l’organizzazione da cui è nato l’attuale il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC), e questi servizi d’informazione esteri.

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