Particolarmente interessati dal fenomeno i Grigioni: +51%. Ticino sotto la media nazionale (17%)
Il 2022 è stato caratterizzato da un’ondata di fallimenti aziendali in Svizzera. Lo indicano i dati della società di informazioni economiche Dun & Bradstreet (D&B), che mettono anche in luce una lieve flessione sul fronte delle nascite di nuove imprese.
Nei primi undici mesi dell’anno le ditte che hanno dovuto chiudere per insolvenza sono state 4’349 a livello elvetico, il 21% in più dello stesso periodo del 2021. Il dato riassume peraltro una realtà regionale assai variegata: spiccano per esempio il +89% di Svitto e +46% di Basilea Città. Zurigo segna +38%, Ginevra +31%. Il Ticino mostra una progressione più contenuta (+17%, a 300), mentre i Grigioni si innalzano chiaramente sopra la media nazionale (+51%, a 68).
Ai fallimenti per incapacità a far fronte ai pagamenti vanno poi aggiunti quelli per lacune nell’organizzazione (articolo 731b del Codice delle obbligazioni): il numero complessivo sale così a 6’991 (+26%) a livello svizzero, a 565 in Ticino (+17%) e a 127 nei Grigioni (+112%, la progressione più alta fra tutti i cantoni).
Se diverse aziende devono abbassare le saracinesche, non poche, al contrario, aprono i battenti. Ma meno che in passato: le nuove iscrizioni al registro di commercio nella Confederazione sono state 45’069 nel periodo gennaio-novembre, valore in flessione dell’1% su base annua. Rimangono fermi sul posto Ticino (stabile a 2’052) e Grigioni (pure stabile a 936), mentre maggiore dinamismo viene per esempio osservato a Zurigo, che mette a referto un +3%.