Svizzera

Berset non molla: ‘Continuerò il mio lavoro in governo’

Critiche e risultati poco brillanti alle elezioni non scalfiscono il socialista friburghese intenzionato a restare in Consiglio federale oltre il 2023

(Keystone )
14 dicembre 2022
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Nonostante il brutto risultato alle elezioni per la presidenza della Confederazione e gli appelli dei politici borghesi a dimettersi, Alain Berset vuole rimanere consigliere federale oltre il 2023: il socialista friburghese ha importanti progetti da concludere.

"Voglio continuare a lavorare oltre il 2023 e portare avanti i dossier", dichiara Berset, 50 anni, in un’intervista pubblicata oggi dal Blick. Nel 2023 sarà il membro più anziano del Consiglio federale e presiederà la Confederazione per la seconda volta, ma rimarrà il ministro più giovane. "Sono ancora pieno di energia e voglio continuare", aggiunge.

Il ministro dell’Interno non commenta le voci secondo cui non avrebbe potuto assumere i dicasteri delle Finanze e degli Esteri venerdì scorso, durante la ridistribuzione dei dipartimenti in seguito alle elezioni di Elisabeth Baume-Schneider e Albert Rösti nell’esecutivo federale. Il Consiglio federale deve mettere insieme una squadra che sia la migliore per il Paese", dice semplicemente Berset.

Il suo entusiasmo per il Dipartimento federale dell’interno è sempre grande: è "molto felice" di essere lì. "Nel campo della salute, ci sono ancora molte aree di lavoro da fare, come il finanziamento uniforme dei servizi ambulatoriali e ospedalieri", nota. Egli indica anche due iniziative popolari sui costi della salute, accompagnate da controprogetti, che sono ancora in sospeso.

Nell’ambito della previdenza per la vecchiaia, la riforma del secondo pilastro e il miglioramento delle pensioni per le donne e i lavoratori a basso reddito sono ancora in discussione, prosegue il socialista, sottolineando che il progetto del Consiglio degli Stati è molto lontano da quello del Consiglio federale. Risolvere la questione "non sarà una passeggiata", nota.

Alain Berset relativizza poi i timori di un’inversione di rotta nella politica di svolta energetica con l’arrivo dell’Udc Albert Rösti alla direzione del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni. Un capodipartimento ha una certa influenza. Ma a questo segue sempre un dibattito aperto nel governo e nel parlamento. Per abbandonare la strada scelta della transizione energetica, l’intero Consiglio federale dovrebbe cambiare idea, nota Berset. E non crede che ciò sia realistico.

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