Svizzera

Droni, così cambia la normativa (e si adatta all’Ue)

Le nuove norme saranno valide dal primo gennaio prossimo e comprendono standard di sicurezza per la produzione, la certificazione e l’esercizio

(Ti-Press)
25 novembre 2022
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La Svizzera adotta la regolamentazione dell’Unione europea in materia di droni. Le nuove norme saranno valide dal primo gennaio prossimo e comprendono standard di sicurezza per la produzione, la certificazione e l’esercizio. Lo rende noto oggi l’Ufficio federale dell’aviazione civile (Ufac), precisando che le operazioni con i droni saranno distinte in tre categorie in base al livello di rischio: "aperta", "specifica" o "certificata". Qualsiasi telepilota che desidera impiegare un mezzo della categoria "aperta" dovrà disporre di un certificato conseguito dopo una formazione e un esame.

Protezione migliorata

Si applicano inoltre nuove altezze massime di volo, limiti di peso e restrizioni geografiche. In risposta alle preoccupazioni della popolazione, sono state introdotte prescrizioni in materia di protezione ambientale, di protezione della sfera privata e di sicurezza. La Svizzera applicherà inoltre il regolamento Ue sullo U-space. Sarà quindi possibile implementare una serie di funzioni e di processi digitali automatizzati in uno spazio aereo definito. U-space mira a integrare il crescente traffico di droni civili, garantendo al contempo una convivenza armoniosa con l’aviazione tradizionale. In questo modo i piloti avranno una migliore visione d’insieme della situazione del traffico.

Per l’industria svizzera dei droni avere un quadro giuridico armonizzato con l’Europa sarà un vantaggio.

Il Comitato misto ha approvato diverse modifiche ai regolamenti esistenti. Le regole relative alle bande orarie negli aeroporti sono state modificate. L’obiettivo è quello di chiarire, nel contesto del Covid, le rivendicazioni delle compagnie aeree in materia di bande orarie nel successivo periodo di programmazione degli orari. Inoltre sono stati adottati i requisiti di calcolo dei combustibili per consentire l’integrazione di nuove fonti energetiche. Gli sgravi amministrativi consentono infine a più vettori aerei appartenenti allo stesso gruppo di chiedere congiuntamente un’autorizzazione per lo svolgimento di compiti di manutenzione degli aeromobili (Camo).

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