Svizzera

Ogni giorno in Svizzera circa 40 collocamenti forzati

Troppa disparità di trattamento in materia di ricoveri in cliniche psichiatriche: Pro Mente Sana invoca pratiche più armonizzate tra cantone e cantone

Manca uniformità
(Keystone)
21 novembre 2022
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In Svizzera ogni anno circa 16’000 persone vengono ricoverate in cliniche psichiatriche nell’ambito di collocamenti forzati a scopo assistenziale. La Fondazione Pro Mente Sana deplora il ricorso troppo frequente a queste misure, sottolineandone la significativa restrizione della libertà.

Ogni giorno vengono ordinati circa 40 collocamenti forzati, un numero superiore alla media europea, secondo una nota odierna di Pro Mente Sana, che denota oltretutto una tendenza al rialzo. Sciaffusa è il cantone che ricorre più spesso a questa pratica (2,34 collocamenti ogni 100’000 abitanti) mentre in fondo alla classifica troviamo Appenzello Interno (0,42).

Pro Mente Sana chiede un’armonizzazione delle pratiche a livello nazionale per ridurre il numero di collocamenti forzati e di riservare questa misura agli specialisti. A Zurigo, per esempio, dove tutti i medici che hanno uno studio hanno la facoltà di ordinare un collocamento, Pro Mente Sana ha contato una media di una decina di misure di questo tipo al giorno.

L’utilità di questa pratica è oggetto di dibattito e controversia tra gli specialisti. Per i pazienti interessati, il collocamento forzato è spesso percepito come estremamente umiliante. Sovente interviene la polizia, il che può avere gravi conseguenze psicologiche.

Pro Mente Sana sottolinea che è importante informare le persone interessate dei loro diritti e dei mezzi di ricorso, aggiungendo che dovrebbero essere assistite da qualcuno di fiducia.

Le condizioni richieste per un collocamento a fini assistenziali possono essere un disturbo psicologico, un handicap intellettivo o una situazione di profondo disagio, una grave mancanza di autocontrollo. L’uso di droghe è talvolta concomitante, se non addirittura la causa.

L’obiettivo di Pro Mente Sana è quello di sensibilizzare le autorità preposte alla tutela degli adulti e dei minori, il settore sanitario, i pazienti e il pubblico in generale. All’inizio del 2023 verrà istituita una tavola rotonda sulla tematica.

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