Svizzera

I giovani sempre più interessati al clima, meno alla politica

Il 40% dei giovani intervistati si dichiara coinvolto dalla questione del cambiamento climatico. Quasi il 30% esclude di impegnarsi in futuro in politica

(Keystone)
16 novembre 2022
|

Il cambiamento climatico è il tema politico numero uno fra i giovani svizzeri, dopo un doppio sorpasso su razzismo-discriminazione e politica estera. Lo rivela un sondaggio pubblicato oggi dall’istituto gfs.bern, nel quale si evidenzia inoltre la perdita di appeal nella fascia 15-25 anni dei movimenti che dovrebbero rappresentare questa generazione. Il 62% degli interpellati per realizzare il monitor politico Easyvote targato 2022 ritiene che la politica debba prendere sul serio i movimenti giovanili, una percentuale in calo di dieci punti rispetto a quella di un anno fa. Per di più, il 29% afferma di non capire perché i coetanei si uniscano a questi gruppi, una quota che nel 2021 si fermava al 18%.

È in sensibile diminuzione pure il numero di chi pensa che i movimenti giovanili siano il solo mezzo per ottenere un cambio di mentalità (dal 52% del 2019 al 36% attuale). Stabile per contro la proporzione dei partecipanti all’indagine che giudicano incomprensibile scioperare invece di usare gli strumenti di democrazia diretta a disposizione – come le iniziative popolari – per avanzare le proprie rivendicazioni (41%).

Tra le tematiche che più coinvolgono i giovani – gfs.bern ne ha interrogati oltre 1’500 fra i 15 e i 25 anni nell’ambito del suo sondaggio – spicca la questione del cambiamento climatico (40%), che nel giro di dodici mesi ha superato il razzismo e la discriminazione (raggruppati insieme), così come la politica estera. Disoccupazione e previdenza vecchiaia non turbano invece i sonni e sono le preoccupazioni più lontane.

Calo dell’interesse

Dall’indagine emerge poi che sta aumentando la parte di giovani attivi politicamente, ma lo stesso non si può dire dell’intensità di tale impegno. È infatti in crescita, soprattutto fra le ragazze, la quota di chi si dedica a questa causa solo "parzialmente", un trend che si osserva sin dal 2017. Non oltrepassa il 40% il tasso di chi manifesta l’intenzione di impegnarsi politicamente in un futuro prossimo. Il 28% scarta addirittura categoricamente questa possibilità, una percentuale raddoppiata nel corso degli ultimi cinque anni. In generale, dopo anni di politicizzazione dovuti ai movimenti per il clima, allo sciopero delle donne e alla pandemia, che hanno suscitato un forte coinvolgimento, sembra profilarsi un calo dell’interesse, commentano gli autori.

Per quanto riguarda gli strumenti esistenti per far sentire la propria voce, l’86% – un valore record da quando sette anni fa è stato effettuato il primo sondaggio – degli aventi diritto intende prendere parte alle prossime votazioni. Il 51% dichiara che probabilmente firmerà iniziative popolari, referendum o petizioni, mentre il 45% che parteciperà alle elezioni.

A livello di influenze esterne, è l’entourage di un giovane a giocare il ruolo più importante. Invece, secondo gli allievi, a scuola i temi politici sono attualmente trattati meno spesso.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE