Svizzera

Il Museo alpino svizzero apre una finestra su Mitholz

Con ‘Heimat’ uno spaccato di vita di un villaggio dell’Oberland bernese il cui destino è ormai segnato

Uno scorcio del villaggio
(Keystone)
15 novembre 2022
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Il significato di ‘Heimat’ diventa evidente solo quando la si perde: lo dimostra un’esposizione allestita presso il Museo alpino svizzero di Berna che tratta del destino degli abitanti di Mitholz, un piccolo villaggio dell’Oberland bernese.

Presto molti abitanti di Mitholz (Be) dovranno lasciare le loro case per un periodo di dieci anni. Questo il tempo necessario perché la Confederazione effettui i lavori di sgombero del vecchio deposito di munizioni, teatro di una violenta esplosione nel 1947.

Gli abitanti sono stati informati delle tappe previste a febbraio 2020. Da allora "vivono sospesi fra l’impotenza e l’obbligo di abbandonare le proprie case", indica il Museo alpino svizzero.

Nell’esposizione ‘Heimat. Alla ricerca di tracce a Mitholz’ gli abitanti del villaggio e del museo si confrontano con il significato di ‘Heimat’ e con l’incertezza del futuro. Stando a Wikipedia, la parola tedesca ‘Heimat’ non ha un corrispettivo in italiano ma viene spesso tradotta con ‘casa’, ‘piccola patria’ o ‘luogo natio’.

L’indagine inizia con la notte dell’esplosione del 1947. Dopo lo shock iniziale, gli abitanti di Mitholz hanno dovuto "riordinare e andare avanti". Quasi tutte le famiglie hanno conservato oggetti che raccontano questo periodo.

La mostra prosegue, ad esempio nell’‘Archivio Mitholz’ che può essere sperimentato attraverso tutti i sensi e nel ‘Coro dell’addio’, un’installazione musicale accessibile fisicamente.

L’esperienza degli abitanti del villaggio emerge chiaramente nelle testimonianze personali. Ma anche attraverso i processi tecnici misurabili e controllabili della bonifica. Questo include, ad esempio, l’ampio lavoro preliminare del Dipartimento federale della difesa nella ricerca del modo giusto di gestire le munizioni.

La mostra al Museo alpino svizzero è visibile da sabato e fino al 30 giugno 2024.

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