Lo sottoscrivono 86 scienziati svizzeri per ricordare che la crisi climatica e il declino della biodiversità non devono essere in conflitto
Con l’avvio della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2022 (Cop27), 86 scienziati svizzeri di 23 istituzioni diverse hanno deciso di sottoscrivere un appello urgente "per ricordare che se la crisi climatica e il declino della biodiversità sono davvero le due grandi crisi del nostro tempo, è imperativo che non siano in conflitto tra di loro".
Basandosi su fatti scientifici ben documentati, gli esperti e ricercatori sostengono che "la transizione può e deve avvenire senza intaccare ulteriormente gli ecosistemi e la biodiversità". Fra i firmatari esponenti del mondo universitario, della ricerca, di istituti e associazioni pubblici e privati legati all’ecologia, al mondo animale e museale.
"Se la regolazione del clima è uno dei servizi più importanti forniti dai nostri ecosistemi – si legge nell’appello –, il loro corretto funzionamento dipende dalla loro integrità, di cui la diversità biologica è il principale garante. Pertanto, gli ecosistemi intatti o ripristinati, più ricchi di specie e di interazioni ecologiche, consentono di mitigare meglio gli effetti del cambiamento climatico".
Ed è vista con favore "la volontà di produrre più energia rinnovabile indigena. L’obiettivo è quello di liberarci dalla dipendenza dai combustibili fossili importati. Tuttavia, questa transizione energetica non deve essere realizzata sacrificando i nostri ultimi ambienti naturali e la nostra biodiversità minacciata. Ciò equivarrebbe a segare il ramo su cui siamo seduti, riducendo notevolmente la nostra capacità di adattamento al cambiamento climatico".