Svizzera

L’aumento dei costi per l’energia spaventa un’impresa su tre

Il 30% teme per le materie prime, mentre il 28% è preoccupato dai potenziali problemi della catena di approvvigionamento

Come far quadrare i conti?
(Ti-Press)
6 novembre 2022
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Le piccole e medie imprese svizzere considerano l’aumento dei costi energetici il rischio maggiore per le loro attività nel prossimo inverno. Più di un terzo ritiene che la probabilità di restrizioni commerciali sia "alta" o "piuttosto alta", emerge da un’indagine.

Il sondaggio è stato realizzato dall’istituto YouGov per conto della società di consulenza Visable. In generale, un gran numero di aziende appare tutto sommato tranquillo riguardo alle sfide dell’imminente stagione fredda.

Tuttavia, il 36% delle società intervistate indica l’aumento dei prezzi nel settore dell’energia come il principale grattacapo. In particolare, il 30% teme un aumento dei costi delle materie prime, mentre il 28% è preoccupato dai potenziali problemi della catena di approvvigionamento.

A seguire, il 26% vede l’inflazione come una minaccia. Il 23% è poi spaventato dalla pandemia e prevede assenze fra il personale direttamente o indirettamente da ricondurre al Covid. Il 22% indica invece come aree problematiche la carenza di lavoratori qualificati e un possibile calo della domanda. Le sanzioni legate alla guerra (7%) e il gap da colmare nella digitalizzazione (5%) non preoccupano più di quel tanto.

Inoltre, secondo il sondaggio, che ha coinvolto i dirigenti di 207 pmi elvetiche, circa un’azienda su cinque (22%) si aspetta una leggera diminuzione degli utili per il 2022, mentre per il 6% il calo alla voce redditività sarà addirittura forte.

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