Svizzera

Parlamento: oltre un terzo dei mandati esterni è pagato da lobby

Secondo un’analisi di Lobbywatch si evince che ne beneficiano maggiormente i deputati borghesi rispetto alla sinistra

Palazzo federale
(Ti-Press)
24 ottobre 2022
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Oltre un terzo delle attività extraparlamentari dei consiglieri nazionali e agli Stati è pagato da imprese o associazioni. I deputati borghesi hanno decisamente più mandati remunerati rispetto alla sinistra. È quanto si evince da un’analisi di Lobbywatch che giunge alla conclusione che il 37% degli impegni esterni dei parlamentari è indennizzato.

In seno al gruppo Udc, le attività rimunerate arrivano al 47%, nel Centro al 46%, mentre al terzo posto si piazza il Plr con il 38% dei mandati. I Verdi liberali si fermano al 33%, i socialisti al 25% e i Verdi al 23%.

Al primo posto (cfr. tabella allegata) si piazza la centrista Ruth Humbel con 21 mandati su 21 remunerati (il 100% dunque), seguono i liberali radicali Peter Schilligger (18 su 23, 78%) e Martin Schmid (16 su 16 con il 100%). Al quarto posto si piazza il membro dell’Udc Albert Rösti (16 su 19, 84%) con alle sue spalle Beat Walti (Plr, 16 su 29 ovvero 55%). Primo e unico ticinese nella top 25 Fabio Regazzi (Centro, 11 su 26, poco più del 42%).

Imprese e associazioni del settore dell’energia sono quelle che rimunerano più spesso (60% dei mandati) i politici per posti nei Consigli d’amministrazione o altri organi. Seguono economia e agricoltura (56%), trasporti (46%) e sanità (45%). Molto più in basso il settore ambientale (18%), la cultura (8%) e la politica/economia estera (3%).

L’analisi ha mostrato anche una disparità fra uomini e donne, con solo il 29% dei mandati a pagamento che riguarda donne, quando la loro quota totale in Parlamento è del 39%. Solo nei rami cultura e sicurezza sociale sono più numerose rispetto ai colleghi di sesso maschile.

Squilibrio massiccio

Secondo Lobbywatch, questa prima analisi mostra chiaramente che esiste uno squilibrio massiccio a livello di mezzi finanziari fra ambiti della politica federale. Non è però possibile fornire cifre esatte, poiché mancano disposizioni sulla trasparenza che permettano di stabilire gli importi precisi. Si tratta di una lacuna evidente della Camere federali rispetto ai Parlamenti stranieri, sottolinea Lobbywatch: "Le regole di trasparenza esistenti non sono sufficienti, serve chiarezza sulle cifre delle indennità", ha sottolineato il co-presidente della piattaforma Thomas Angeli.

ALLEGATI
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