Svizzera

La democrazia elvetica a rischio per quei ‘7 minuti al giorno’

Sarebbe il tempo dedicato dai giovani, definiti ‘deprivati’, per la lettura delle notizie sui propri smartphone. Media con più qualità, ma non per tutto.

24 ottobre 2022
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I giovani dedicano solo sette minuti al giorno alle notizie sui propri smartphone, tanto che si intravvede un rischio per la democrazia elvetica. Gli studiosi del fög, l’istituto di ricerca di opinione pubblica e società dell’università di Zurigo, hanno rilevato nel dettaglio, tramite un sistema di tracciamento mobile, l’uso dei media sui cellulari da parte di oltre 300 persone di età compresa tra i 19 e i 24 anni. Il fenomeno è più marcato nel sesso femminile: cinque minuti, contro undici per gli uomini. Stando alla ricerca, gli anoressici dell’informazione nel 2022 costituiscono il 38% della popolazione svizzera.

Partecipazione alla vita politica

"I media che una persona usa e la frequenza con la quale ciò accade influiscono sulla sua partecipazione alla vita politica", sottolinea l’esperto di media e direttore del fög Mark Eisenegger. Il tasso di partecipazione è particolarmente elevato (70%) tra le persone che utilizzano regolarmente i tradizionali servizi nel settore dei media, come stampa, radiogiornali o notiziari televisivi. La percentuale si abbassa notevolmente tra i "deprivati di notizie" (30%), per i quali la disinformazione è più marcata. Una caratteristica tipica di questo gruppo è anche un minore interesse nei confronti della politica e una minore fiducia nel governo.

Qualità dei media: alti e bassi

L’annuario 2022 affronta anche altri temi. Nel complesso i ricercatori zurighesi rilevano un leggero aumento della qualità dei media elvetici: "Dall’inizio della pandemia di Covid-19, essi hanno offerto un quadro approfondito del tema. Tuttavia, l’attenzione rivolta al coronavirus ha provocato anche un deficit in termini di varietà. Mentre la qualità della copertura mediatica riservata alla guerra in Ucraina è relativamente alta".

Le note sono assai più dolenti, secondo gli analisti, per la cronaca economica, che sarebbe costituita soprattutto (68%) di contributi connessi alle imprese e al business: "I reportage sul contesto economico generale hanno perso importanza negli ultimi anni. Il giornalismo economico perde così la sua funzione di sistema di preallarme, in grado di affrontare anzitempo temi legati ad esempio a eventuali bolle economiche o fasi di recessione".

Fruitori restii a pagare per le notizie

In Svizzera, l’interesse per le notizie è diminuito, seppur in maniera più moderata rispetto ad altri Paesi. Nel 2022, solo il 50% degli intervistati in un altro studio si dichiara interessato o fortemente interessato alle notizie (2021: 57%). La disponibilità a pagare rimane ferma a un livello molto basso. Solo il 18% afferma di aver pagato per le notizie in linea nell’ultimo anno (2021: 17%). Oltre al perdurare delle difficoltà in termini di finanziamenti, si sta assistendo a una riduzione del raggio d’azione e dell’accettazione sociale dei media con, anche in questo caso, conseguenze negative per la democrazia. Per rimediare, stando agli studiosi, "occorre promuovere maggiormente l’alfabetizzazione mediatica nelle scuole e trasmettere più chiaramente la rilevanza democratica dei media. Inoltre è necessario acquisire maggiori conoscenze sulle modalità con cui i contenuti di alta qualità possono raggiungere il pubblico attraverso i canali digitali. Infine sono necessari nuovi modelli politici per il finanziamento dei media".