Svizzera

Penuria energetica, da febbraio centrali elettriche di riserva

La costituzione delle riserve aggiuntive costerà mediamente alle famiglie circa 40 franchi in più all’anno

(Keystone)
19 ottobre 2022
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Le centrali elettriche di riserva dovranno mettere a disposizione una potenza complessiva fino a 1000 megawatt (MW) e le prime potranno entrare in funzione il prossimo febbraio. È quanto prevede il Consiglio federale nell’ordinanza sulla riserva invernale, la cui consultazione è stata avviata oggi e durerà fino al 18 novembre. I costi saranno sostenuti dai consumatori.

Si tratta di un ulteriore strumento pensato per rafforzare l’approvvigionamento in Svizzera a otto mesi dall’aggressione russa all’Ucraina che ha scatenato la crisi, ha detto durante una conferenza stampa odierna a Berna la responsabile del Dipartimento dell’energia, Simonetta Sommaruga.

L’ordinanza si va ad aggiungere ad altre misure già decise per prevenire una situazione di penuria. Tra queste, ricorda un comunicato del governo, vi sono ad esempio il piano di salvataggio delle aziende elettriche di rilevanza sistemica e la campagna di risparmio energetico. Proprio riguardo a ciò, la ministra bernese ha evidenziato una volta di più che, al di là dei provvedimenti dall’alto, ognuno nel suo piccolo può dare una mano adottando degli accorgimenti.

"Con queste riserve instauriamo una sorta di garanzia per i prossimi quattro inverni", ha proseguito la consigliera federale, parlando di "soluzione su misura". "Saranno attivate quando l’offerta sul mercato non riuscirà più a coprire la domanda", ha poi aggiunto Sommaruga.

Fino al 2026

Lo scorso 7 settembre era stata adottata l’ordinanza sulla costituzione di una riserva di energia idroelettrica, entrata poi in vigore all’inizio di questo mese. Questa verrà ora integrata e trasformata in un’ordinanza sulla riserva invernale, in modo da comprendere anche le centrali di riserva e i gruppi elettrogeni di emergenza.

In febbraio, l’esecutivo aveva stabilito che andavano elaborate le disposizioni necessarie alla costruzione e all’esercizio di centrali elettriche destinate a far fronte ai picchi di carico. Negli ultimi mesi si è poi accelerato, così da permettere alle disposizioni di avere effetto già nel corso dell’inverno 2022/23. Di durata limitata alla fine del 2026, l’ordinanza dovrà essere sostituita al più presto da una normativa in forma di legge, precisa il governo.

Centrali da febbraio

Secondo i piani governativi, le prime centrali per questo scopo potranno essere messe in esercizio a febbraio 2023. Qualora la riserva non possa essere costituita nell’entità necessaria, i proprietari di centrali idonee, o altre imprese, possono essere obbligati a parteciparvi, ha evidenziato a più riprese Sommaruga davanti ai media.

Questi impianti devono mettere a disposizione una potenza complessiva fino a 1000 MW, completando così la riserva di energia idroelettrica. Possono contribuire i gestori di centrali alimentate a gas o ad altri vettori energetici, così come i gruppi elettrogeni di emergenza. L’elettricità non può essere destinata invece al mercato.

I gestori otterranno un compenso per i costi fissi. Poi, in caso di prelievo effettivo, anche un’indennità che comprenda gli oneri legati alla disponibilità operativa. I profitti eccessivi possono essere limitati, puntualizza il Consiglio federale.

Finanziamento e stime

Il finanziamento avviene tramite il corrispettivo per l’utilizzazione della rete di trasporto. In parole povere sono quindi i consumatori di elettricità a sostenere i costi della riserva. Secondo le stime divulgate dal governo, le spese per le centrali e i gruppi elettrogeni relative al periodo che va dall’inverno 2022/23 all’inverno 2025/26 ammontano a circa 580 milioni di franchi.

Senza dimenticare i costi variabili, che insorgerebbero se gli impianti dovessero essere effettivamente impiegati. Nel caso della riserva di energia idroelettrica, si prevede di spendere fino al 2026 circa 2,2 miliardi. Ciò provocherà un aumento del corrispettivo per l’utilizzazione delle rete a carico dei consumatori di elettricità negli anni 2024-2026, mentre le tariffe per il 2023 sono già state fissate. L’incremento sarà in media di circa 1,4 centesimi per chilowattora.

Tradotto, ha precisato il direttore dell’Ufficio federale dell’energia (UFE) Benoît Revaz, per una famiglia media si parla "di 40 franchi supplementari all’anno". E, sempre in merito ai costi, ha commentato laconicamente Sommaruga incalzata dai giornalisti, è vero che ci sono e non sono indifferenti, "ma un’eventuale penuria energetica verrebbe pagata molto più a caro prezzo".

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