Svizzera

Meglio la nostra situazione che quella della Gran Bretagna

Il presidente dell’Unione svizzera dei contadini Markus Ritter non esclude concessioni nei futuri accordi di libero scambio con l’Ue

Il presidente dell’Unione svizzera dei contadini
(Keystone)
8 ottobre 2022
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Il presidente dell’Unione svizzera dei contadini (Usc) Markus Ritter non esclude concessioni nei futuri accordi di libero scambio, sottolineando che è importante coordinarsi con le associazioni di categoria fin dalle prime fasi e collaborare a livello tecnico.

"Con gli accordi di libero scambio c’è sempre un margine di manovra relativamente ampio", ha dichiarato Ritter oggi alla trasmissione ‘Samstagsrundschau’ della radio Srf. Le associazioni concordano sul fatto che tali accordi devono essere equi per tutti. La Svizzera importa già più del 40% dei suoi prodotti alimentari. In questo senso, ha più facilità a fare "piccole concessioni" rispetto all’Unione Europea, che è un esportatore netto.

Per quanto riguarda il rapporto con l’Ue, Ritter ha sottolineato che la Svizzera non vorrebbe mai trovarsi nella stessa situazione della Gran Bretagna. Spetta però in primo luogo al Consiglio federale cercare nuove soluzioni.

Tuttavia, Ritter, che è anche consigliere nazionale (Centro/Sg), ha sottolineato che non si può rinunciare completamente alla protezione delle frontiere per le importazioni agricole. Senza i dazi doganali, l’agricoltura non sarebbe possibile nelle condizioni economiche della Svizzera a causa dei costi elevati. La protezione delle frontiere è stata la misura di politica agricola più efficace e persino più importante dei pagamenti diretti.

Ritter ha fatto le sue dichiarazioni sullo sfondo della campagna ‘Prospettiva Svizzera’, per la quale l’Usc ha unito le forze con l’organizzazione di categoria Economiesuisse, l’Unione svizzera delle arti e mestieri (Usam) e l’Unione svizzera degli imprenditori (Usp) in vista delle elezioni federali del 2023. Le quattro associazioni hanno presentato i loro piani in una conferenza stampa ieri.

Nessun conflitto di interesse ‘grave’

Secondo Ritter, i conflitti di interessi tra l’agricoltura e l’industria delle esportazioni o le multinazionali sulla questione del libero scambio non sono comunque gravi al momento. I negoziati in materia, ad esempio nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc), sono comunque bloccati.

Ci sono molte aree in cui abbiamo interessi comuni con le altre associazioni imprenditoriali, ad esempio l’approvvigionamento energetico e le questioni di regolamentazione, ha dichiarato Ritter. Un’altra ragione per lo spalleggiamento, ha detto, è stata la pressione delle associazioni ambientaliste.

Ritter aveva accusato le organizzazioni ambientaliste Wwf Svizzera, Pro Natura, Greenpeace e Birdlife di denigrare l‘Unione dei contadini attraverso la campagna ’Stop alla lobby agricola’, lanciata nel 2020. Per mesi la sua foto ha fatto il giro del web accanto a un’ape morta, cosa che lo ha danneggiato in qualità di apicoltore biologico.

Durante questa campagna durata dieci mesi ha avuto inizio un ripensamento, ha detto Ritter. La conclusione è stata che l’Usc aveva bisogno di nuovi partner.

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