Svizzera

Messaggi d’odio online, anche un Like può costar caro

Al via la seconda parte della campagna ‘E lei? Avrebbe detto sì?’ dedicata alla sensibilizzazione sulle conseguenze giuridiche dei comportamenti online

14 settembre 2022
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I Corpi di polizia svizzeri e la Prevenzione svizzera della criminalità (PSC) hanno avviato oggi la seconda parte della campagna nazionale di prevenzione dei crimini informatici denominata "E lei? Avrebbe detto sì?", dedicata ai messaggi di odio online. Lo scopo è di ricordare che anche in internet i comportamenti scorretti hanno delle conseguenze giuridiche.

Le persone che diffondono online messaggi discriminatori, offensivi, diffamatori, minacciosi e di incitamento all’odio sono passibili di sanzioni penali, compresa una pena detentiva, indicano oggi in una nota le polizie elvetiche e PSC. Se si mette un "mi piace" a questi messaggi, commenti, post ecc., o li si condivide, si può incorrere in una sanzione alla stessa stregua di chi li ha creati. L’obiettivo della seconda parte della campagna è anche quello di segnalare alla rete sociale in questione qualsiasi messaggio riprovevole e di sporgere denuncia se si è vittima di questo tipo di messaggi sia in internet che nella vita reale, precisa ancora il comunicato.

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