Svizzera

Primato di impieghi a livello nazionale

L’incremento di posti di lavoro del 3,2% (pari a 4,1 milioni a tempo pieno) rappresenta il balzo in avanti più marcato da inizio statistiche (1991)

Importante passo avanti della ristorazione, anche se non ancora ai livelli pre-pandemia
(Ti-Press)
2 settembre 2022
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Ulteriore forte aumento dell’occupazione in Svizzera: nel secondo trimestre sono stati contabilizzati 5,3 milioni di posti di lavoro, il 3,2% in più dello stesso periodo del 2021, per un totale di 4,1 milioni di equivalenti a tempo pieno (pure +3,2%).

La progressione di 164’000 impieghi sull’arco di un anno rappresenta l’incremento più forte da quando vengono rilevati questo tipo di dati, cioè dal 1991, osserva l’Ufficio federale di statistica (Ust). La crescita ha interessato sia il settore secondario dell’industria e delle costruzioni (+2,2% +23’000) che quello dei servizi (+3,4%, +140’000). L’occupazione è aumentata anche nel confronto con i primi tre mesi dell’anno: +0,7% al netto degli effetti stagionali.

A livello di singoli settori e tornando alle variazioni su base annua, va sottolineata la forte crescita nel ramo alberghiero e della ristorazione (+17,3%, +37’000); il comparto non ha però ancora raggiunto i livelli pre-pandemici, vi è ancora un ammanco di 11’000 posti rispetto al primo semestre 2019. Dinamismo è stato mostrato anche dai segmenti trasporti e comunicazione (+4,0%), sanità (+3,7%) servizi alle imprese (+2,4%), attività manifatturiere (+2,2%), finanza e assicurazioni (+2,1%), costruzioni (+2,0%) e istruzione (+1,9%). Più contenuta è stata invece la crescita nel commercio (+0,7%).

In Ticino la locomotiva è il terziario

Nell’ottica regionale, dappertutto l’occupazione cresce, con tassi che vanno dal +2,4% della Svizzera nordoccidentale e dell’Espace Mittelland al +4,3% della Svizzera centrale. La Svizzera Orientale, che comprende i Grigioni, mette a referto +3,4%, mentre il Ticino segna +3,5%: a sud delle Alpi va comunque segnalata la dicotomia fra gli andamenti dei settori secondario (-0,6%) e terziario (+4,6%). Concretamente, da Airolo a Chiasso gli impieghi (a tempo pieno e parziale) sono 242’000, di cui 50’000 nell’industria e nella costruzione, nonché 192’000 nei servizi.

Tornando a livello nazionale, nel secondo trimestre si contavano 128’000 posti liberi, 39’000 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+45,5%). Il tasso rispetto al totale è del 2,3%. Stando all’Ust, le difficoltà nel reclutamento di personale qualificato sono fortemente aumentate rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, in particolare nel ramo delle attività manifatturiere.

Nel suo barometro dell’impiego pubblicato oggi l’Ust getta anche uno sguardo al futuro. Le imprese che intendono mantenere stabili il proprio organico nel trimestre successivo rappresentano il 68,9% dell’occupazione totale (contro il 71,7% del secondo trimestre 2021), quelle che al contrario prevedono di aumentare gli effettivi erano all’origine del 15,9% degli impieghi (12,2% nello stesso periodo dell’anno scorso) e quelle che pensano di ridurli il 2,6% (3,2%). L’indicatore delle prospettive d’impiego calcolato in base a tali dati è salito leggermente rispetto all’anno scorso, a 1,08 punti (+2,3%), superando il valore di 1,00 per tutti i rami e tutte le grandi regioni. Come noto la scala dell’indicatore va da 0,50 (riduzione dell’occupazione) a 1,50 (aumento).

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