Svizzera

L’inflazione sarà più cara del previsto: stime riviste

Per la prima volta dal 2008, in giugno e luglio il rincaro ha superato il 3%. Credit Suisse ritocca verso l’alto le stime annue: 2,9% anziché 2,3%

Rincaro... più caro
(Ti-Press)
26 agosto 2022
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Il rincaro in Svizzera si è rivelato nei mesi estivi più forte di quanto atteso, sulla scia in particolare della crisi energetica europea, e per questa ragione Credit Suisse rivede sensibilmente al rialzo le sue previsioni riguardo all’inflazione per l’intero 2022.

I prezzi al consumo dovrebbero salire del 2,9%, e non del 2,3% come pronosticato nella stima precedente. È quanto emerge da un rapporto pubblicato oggi dalla grande banca. Nel 2023 il tasso dovrebbe poi ridursi all’1,0%.

Gli analisti dell’istituto ricordano come nei mesi di giugno e luglio appena trascorsi il rincaro annuo abbia superato il 3% per la prima volta dal 2008, "oltrepassando le nostre aspettative", si legge nel documento. Il continuo aumento dei prezzi dell’energia, aggravato da una siccità in Europa che ha fatto aumentare i costi di trasporto dei prodotti petroliferi sul Reno, è stato il principale motore di questa evoluzione. Le pressioni inflazionistiche si sono però anche estese ad altre categorie.

Gli specialisti dell’istituto di credito si aspettano peraltro che queste pressioni si attenuino nei prossimi mesi, grazie a fattori stagionali e ai miglioramenti sul fronte della catena degli approvvigionamenti. L’apprezzamento del franco dovrebbe inoltre portare a una leggera riduzione dei prezzi di alcuni beni, anche se l’effetto del tasso di cambio viene ritenuto difficile da misurare. Credit Suisse stima che un rafforzamento del 10% del franco rispetto all’euro riduca il tasso di inflazione di 0,5 punti percentuali.

A frenare il rincaro sarà inoltre il rallentamento della crescita economica: come già comunicato a inizio mese, l’istituto si aspetta infatti che la progressione del prodotto interno lordo (Pil) scenda all’1,0% nel 2023, dal 2,5% nel 2022. Come noto secondo le prime stime l’anno scorso il Pil si era espanso del 3,7%, rimbalzando dopo l’arretramento registrato nel 2020 (-2,4%), primo anno pandemico.

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