Svizzera

Fondi per i vaccini anti-Covid, ancora divergenze

Il Consiglio nazionale vuole mantenere l’impegno d’acquisto del 2023 a 780 milioni. Il credito aggiuntivo per l’anno in corso andrebbe invece ridotto

(Keystone)
8 giugno 2022
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Il credito d’impegno volto all’acquisto di vaccini per il 2023 va mantenuto a 780 milioni. Lo ha ribadito oggi il Consiglio nazionale discutendo della prima aggiunta al preventivo 2022 della Confederazione. Il credito aggiuntivo per l’anno in corso va invece ridotto da 314 a 234,3 milioni.

La settimana scorsa, ha ricordato la relatrice commissionale Anna Giacometti (Plr/Gr), la Camera dei cantoni aveva diminuito il credito aggiuntivo e quello d’impegno per un importo rispettivamente di 68 milioni e 300 milioni di franchi.

Durante le discussioni agli Stati era emerso che Berna aveva forse firmato contratti per importi non ancora approvati dal Parlamento. L’esame effettuato nel lungo weekend di Pentecoste ha rivelato che, a parte due eccezioni, i contratti stipulati con i produttori di vaccini si basano su un credito d’impegno approvato dal Parlamento, ha aggiunto Giacometti evocando i risultati degli accertamenti presentati oggi dal Dipartimento federale dell’interno (Dfi).

Con la verifica è stato ricalcolato anche il fabbisogno aggiuntivo di mezzi per il 2022, che è stato corretto verso il basso: è ora quantificato in 234,3 milioni, somma come detto approvata oggi dal Consiglio nazionale. La verifica ha anche permesso di stabilire che tale credito aggiuntivo non può essere inferiore a 172 milioni di franchi. In tal caso, infatti, i contratti già firmati con i produttori di vaccini non potrebbero essere rispettati.

Durante le discussioni l’Udc ha chiesto di restare ai 68 milioni sostenuti dagli Stati. "Noi – il Parlamento, ndr – non abbiamo firmato i contratti e quindi non dobbiamo cedere", ha sostenuto invano Sandra Sollberger (Udc/Bl).

Il Nazionale ha invece approvato la proposta di Alex Farinelli (Plr/Ti), che voleva mantenere il credito d’impegno per il 2023 a 780 milioni (la commissione preparatoria proponeva di ridurlo a 672 milioni). Dal suo punto di vista si tratta di un investimento per il futuro: bisogna garantire l’acquisto dei vaccini, per poterli poi mettere a disposizione della popolazione in caso di bisogno, ha sostenuto.

Bocciate quindi le proposte dell’Alleanza del Centro e dell’Udc di ridurre il credito d’impegno. A loro avviso il numero di dosi di vaccino anti-Covid da acquistare è troppo elevato.

Il dossier torna agli Stati.

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