Svizzera

Anche Berna espelle diplomatici russi, ma ‘discretamente’

Secondo fonti parlamentari, il Dfae non pubblicizza i rimpatri delle sospette spie per non compromettere un’eventuale mediazione elvetica fra Mosca e Kiev

(Keystone)
18 maggio 2022
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Fin dall’inizio della guerra in Ucraina, molti Paesi occidentali, fra cui la Germania, la Francia e l’Italia hanno annunciato pubblicamente l’espulsione di numerosi diplomatici e sospette spie russe. La Svizzera, in questo caso, stando a quanto riferisce il Blick citando fonti parlamentari, tramite il Dipartimento federale degli Affari Esteri (Dfae) sta agendo con una certa discrezione, evitando di pubblicizzare l’espulsione dei diplomatici ed effettuando allontanamenti mirati fuori dalla luce dei riflettori. Lo scopo, stando alle indiscrezioni, è evitare di compromettere eventuali mediazioni con la Russia.

Secondo l’intelligence federale, su 221 diplomatici russi presenti nella Confederazione, circa un terzo sono spie. Le persone sospettate di essere un pericolo per la sicurezza interna svizzera vengono in genere rimpatriate tramite contatto diretto fra il Dfae e l’ambasciata, in modo "discreto". Al momento il Dfae non ha dato né conferma né smentita sull’argomento, né è stato reso noto quanti membri del corpo diplomatico russo sono stati costretti a lasciare la Confederazione.

Secondo il quotidiano d’Oltralpe, la prassi sarebbe già nota a chi in Parlamento si occupa di affari esteri: anzi, la presenza di agenti segreti di Paesi esteri, soprattutto a Ginevra, sarebbe assodata, ed essi sarebbero anche ben conosciuti negli ambienti diplomatici, ma "si chiude un occhio" finché essi non violano la legge.

Questa prassi di segretezza e discrezione, secondo gli esperti citati dal Blick, è alimentata dalla speranza, non ancora sopita, della possibilità di tenere in Svizzera un grande vertice per la pace in Ucraina, e dunque dalla necessità di non "far perdere del tutto la faccia" alla Russia e di non alienarsene il favore a livello diplomatico.

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