Per riuscirci, il controprogetto indiretto all’iniziativa sui ghiacciai chiede obiettivi intermedi e valori indicativi per settore
L’obiettivo delle emissioni nette di gas serra pari a zero, da raggiungere entro il 2050, deve essere fissato nella legge e concretizzato attraverso la definizione di obiettivi intermedi e valori indicativi per settore.
È quanto si propone il controprogetto indiretto all’iniziativa sui ghiacciai adottato dalla Commissione dell’ambiente del Consiglio nazionale (Capte-N) per 17 voti a 7.
Attraverso una modifica legislativa, concepita come legge quadro, la commissione propone di ancorare il più rapidamente possibile nella legislazione nazionale una strategia efficace che permetta di perseguire in modo attivo una politica climatica svizzera di lungo termine.
Il settore degli edifici e quello dei trasporti dovranno raggiungere l’obiettivo di emissioni di CO2 pari a zero entro il 2050, mentre entro la stessa data l’industria dovrà ridurre le sue emissioni del 90%. Una serie di obiettivi intermedi dovrebbe permettere di definire un percorso di riduzione fino al 2050: per esempio, entro il 2040 in Svizzera le emissioni dovranno essere ridotte del 75% rispetto a quelle del 1990.
Sono previsti vari strumenti tesi ad assicurare l’orientamento a lungo termine dell’economia e della società verso l’obiettivo delle emissioni nette pari a zero. Ciò significa che entro il 2050 le emissioni di gas serra dovranno essere ridotte il più possibile, mentre le emissioni residue dovranno essere sottratte dall’atmosfera attraverso le cosiddette ‘emissioni negative’. Inoltre, il progetto di legge prevede che i flussi finanziari vengano indirizzati verso investimenti rispettosi del clima e che le misure di adattamento al cambiamento climatico siano rafforzate.
Il progetto prevede l’adozione di diversi strumenti di promozione. È previsto ad esempio che la Confederazione sostenga le aziende nella pianificazione, su base volontaria, di misure atte a ridurre a zero le loro emissioni nette di gas serra entro il 2050.
Inoltre, durante un periodo di sei anni, saranno destinati 1,2 miliardi di franchi per la promozione di tecnologie e processi innovativi per la riduzione delle emissioni.
La Confederazione sarà tenuta a dare il buon esempio, e già entro il 2040 la sua Amministrazione centrale dovrà aver conseguito l’obiettivo delle zero emissioni nette. A questo obiettivo dovranno puntare, pure entro il 2040, anche le Amministrazioni centrali dei Cantoni e le imprese parastatali.
Un programma straordinario prevede inoltre che la Confederazione promuova direttamente la sostituzione degli impianti di riscaldamento a combustibile fossile e degli impianti elettrici, scarsamente efficienti, e fideiussioni per il risanamento energetico degli edifici. Il relativo impegno finanziario si svilupperà su un periodo di dieci anni per un importo di 200 milioni di franchi l’anno. Ciò permetterà anche di ridurre la dipendenza dall’importazione di energie fossili.
Attraverso la definizione di obiettivi dettagliati, la legge istituisce la base che permetterà in futuro l’adozione di adeguate misure di protezione del clima a breve termine, specialmente nella legge sul CO2. Tali misure dovranno essere socialmente sostenibili e volte a rafforzare l’economia nazionale. Laddove possibile, occorrerà pure prevedere un sostegno particolare per le regioni di montagna e le regioni periferiche.
L’iniziativa
In marzo, il Consiglio nazionale aveva respinto l’iniziativa ‘Per un clima sano (Iniziativa per i ghiacciai)’ a favore del controprogetto diretto del Consiglio federale, ma con l’idea già di dare la precedenza al controprogetto indiretto, ossia a livello legislativo, del parlamento. Quest’ultimo dovrebbe entrare in vigore più rapidamente rispetto al controprogetto diretto, dunque a livello costituzionale, dopo la bocciatura popolare, lo scorso giugno, della rivista legge sul CO2.
L’iniziativa chiede che a partire dal 2050 la Svizzera non emetta più gas serra di quanto i serbatoi naturali e tecnici di CO2 ne possano assorbire. Entro tale data vanno poi vietati i combustibili fossili. Sono ammesse eccezioni per applicazioni tecnicamente non sostituibili, a condizione che le emissioni vengano compensate in Svizzera.
Il controprogetto perora anche una compensazione delle emissioni entro il 2050. Nella controproposta, il consumo di combustibili e carburanti fossili non viene vietato, ma dovrà essere ridotto "nella misura massima tecnicamente possibile, economicamente sostenibile e compatibile con la sicurezza del Paese".