Svizzera

Confessa l’omicidio dopo pressioni illecite, assolto dall’accusa

Il Tribunale federale respinge il ricorso della procura zurighese. L’uomo si era addossato il crimine in cambio di protezione

Procura sconfessata
(Keystone)
20 aprile 2022
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L’assoluzione di un uomo sospettato di aver ucciso la moglie nel Canton Zurigo nel 2009 è definitiva. Il Tribunale federale (Tf) ha respinto il ricorso della procura zurighese ritenendo nulla la confessione dell’imputato, essendo stata ottenuta in seguito a pressioni inammissibili.

La donna era stata ammazzata a colpi d’arma da fuoco davanti alla porta di casa. Il marito aveva sempre negato ogni responsabilità. Convinti della sua colpevolezza, gli inquirenti avevano inscenato un’operazione speciale nel 2015: un agente sotto copertura aveva stretto un’amicizia col sospettato, poi un’altra poliziotta aveva svolto il ruolo di chiaroveggente.

I due agenti avevano sfruttato le paure del sospetto nei confronti delle forze occulte. In cambio della loro protezione, l’uomo ha finito per confessare l’omicidio. Il Tribunale cantonale di Zurigo aveva però prosciolto l’uomo, ritenendo che fosse stato oggetto di pressioni illecite.

Nell’inoltrare ricorso al Tf, la procura zurighese ha sostenuto che l’indagine segreta non ha violato il diritto a un processo equo. Ammettendo che gli agenti sotto copertura si sono spinti troppo oltre, ciò dovrebbe avere conseguenze sull’ammontare della pena, non sulla colpevolezza dell’uomo.

Se il ricorso a poliziotti sotto copertura è in linea di principio ammissibile per chiarire un reato, nel caso in questione non sono stati rispettati il diritto al silenzio e il diritto a non accusarsi, ha replicato il Tribunale federale. Gli agenti hanno agito in modo tale che al sospettato la confessione apparisse l’unico modo per proteggere sé stesso e i suoi figli. In tale circostanze anche un innocente può essere indotto a confessare crimini non commessi, precisa il Tf. Per queste ragioni l’uomo è stato assolto.

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