Svizzera

‘Per difendersi, la Svizzera deve collaborare con altri Stati’

Il presidente del Plr Thierry Burkart auspica un riorientamento della politica di sicurezza. E un avvicinamento alla Nato

Visto così, l’acquisto di 36 jet F-35 Lightning II americani ha un senso
(Keystone)

Dopo l’invasione della Russia in Ucraina, il presidente del Plr Thierry Burkart auspica un riorientamento della politica di sicurezza della Svizzera e un avvicinamento alla Nato. In un’intervista pubblicata oggi dal Tages Anzeiger, il politico precisa che la Svizzera non può difendersi da sola.

"È molto improbabile che la Svizzera sia minacciata o attaccata da qualche Stato. Se ciò dovesse accadere, altre parti dell’Europa occidentale sarebbero probabilmente colpite. E in tal caso, dovremmo ragionevolmente difenderci in collaborazione con altri Stati", afferma Burkart.

Inoltre, essendo un Paese piccolo, la Confederazione non può permettersi una difesa indipendente: "La Svizzera non può proteggersi da sola contro i missili internazionali o a medio raggio. È quindi necessario collaborare e formare le truppe con altri Stati per rendere interoperabili i sistemi militari, aggiunge.

Come Svezia e Finlandia

L’acquisto di 36 jet F-35 Lightning II americani ha quindi senso, secondo il consigliere nazionale argoviese. "Questo aereo da combattimento sarà il più usato in Europa in futuro. Per costruire la sicurezza in Europa, la Nato sarà decisiva per un periodo indefinito".

Il presidente del Plr "chiaramente" non chiede l’adesione alla Nato. La Svizzera collabora già da tempo con l’alleanza nel quadro del Partenariato per la pace. Ma dovrebbe cooperare ancora più strettamente con questo organismo, come "fanno la Finlandia e la Svezia, per esempio, che partecipano alle sue manovre".

Questa relazione più stretta non dovrebbe tuttavia "in alcun modo" significare la fine della neutralità armata della Svizzera", prosegue Burkart. "Non dobbiamo prendere parte ad altre guerre". Ma "la neutralità nel senso più ampio evolve in continuazione": la guerra in Ucraina costringe la Confederazione a ridefinire più chiaramente la sua politica di neutralità "tenendo conto delle circostanze reali".

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