Svizzera

Previsto l’arrivo di 30mila profughi al mese

Circa le sanzioni contro la Russia, sale a 7,5 miliardi di franchi la somma dei patrimoni congelati

(Keystone)
7 aprile 2022
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Ogni giorno circa mille persone provenienti dall’Ucraina si annunciano in Svizzera per ottenere aiuti. Si stimano così fino a 30mila profughi al mese. Per quanto riguarda le sanzioni contro la Russia, sale a 7,5 miliardi di franchi la somma dei patrimoni congelati. Si tratta di conti correnti, ma anche di immobili in quattro Cantoni.

Profughi, fino a 30 mila al mese

La situazione non è cambiata granché dai briefing precedenti: ogni giorno circa mille persone si annunciano per ottenere aiuto. David Keller, capo dello stato maggiore di crisi in seno alla Segreteria di Stato della migrazione (Sem), ha spiegato che si stimano ancora arrivi mensili oscillanti tra le 15mila e le 30mila persone.

Il problema di dare a tutti un alloggio è stato in parte mitigato: la riserva di 900 posti letto è stata elevata a circa 2500, ha sottolineato. Per quanto attiene al fabbisogno di personale per far fronte a questa ondata, 120 persone sono state dirottate verso il sostegno ai profughi, anche se per una copertura ottimale ne avremmo bisogno 300 a lungo termine.

Keller ha ricordato anche la buona cooperazione con i soggetti privati che si attivano per organizzano trasporti verso la Svizzera di cittadini ucraini in fuga. Finora la Sem ha accompagnato 20 trasporti del genere, in particolare di bambini, tra cui orfani, e persone fragili. Keller consiglia a queste persone o associazioni che vogliono aiutare di contattare la Sem prima di mettersi all’opera.

Stando a Keller, i Cantoni si trovano di fronte a una sfida, visto che le persone che ricevono lo statuto di protezione S - poco più di 21 mila finora - vengono loro attribuite secondo una determinata chiave di ripartizione. Molto rifugiati, ha sottolineato, vorrebbero vivere in città, ma non è sempre possibile esaudire questi desideri, ha spiegato l’alto funzionario. I Cantoni chiedono al riguardo una distribuzione che si attenga alle regole in vigore (un desiderio di cui si è fatta latore anche Gaby Szöllösy, segretaria generale della Conferenza cantonale delle direttrici e direttori cantonali delle opere sociali). Un gruppo di lavoro, ha aggiunto Boillinger, sta riflettendo sul da farsi.

Sanzionati circa 900 russi

Circa le sanzioni alla Russia, il 24 di marzo, la somma di beni bloccati ammontava a 5,75 miliardi di franchi. Erwin Bollinger, ambasciatore e responsabile delle relazioni bilaterali in seno alla Segreteria di stato dell’economia (Seco) ha ricordato che, a fronte dei 150-200 miliardi stimati in Svizzera depositati da cittadini russi, la cifra congelata finora riguarda solo le persone fisiche e giuridiche presenti sulla lista dei soggetti sanzionati (900 persone circa). Tale somma potrebbe ancora gonfiarsi col passare delle settimane e dei mesi.

Rispondendo indirettamente alla critiche di partiti e associazioni in Svizzera che chiedono procedure più incisive per dare la caccia ai patrimoni degli oligarchi, Bollinger ha fatto presente che la Svizzera è il Paese che, al momento, ha bloccato i patrimoni più consistenti. A titolo di paragone, i Paesi Bassi hanno scovato e congelato averi per 500 milioni di euro, mentre altri Stati nemmeno si preoccupano di annunciare le somme bloccate.

L’alto funzionario ha poi fatto presente che si tratta di un lavoro impegnativo, sia per la Confederazione che per società e imprese, perché mai finora erano state adottate sanzioni così estese. A volte è difficile capire se i soggetti sanzionati abbiano il controllo effettivo o meno su determinati beni; per prudenza, insomma, può capitare che vengano congelati più averi di quanto necessario.

Mercato del lavoro, ancora poche richieste

Tornando alla questione profughi, per quanto riguarda il mercato del lavoro Nicole Hostettler, presidente dell’Associazione degli uffici svizzeri del lavoro, ha ricordato che le persone a beneficio dello statuto S possono cercare un impiego.

Attualmente, però, il numero di richieste si contano sulle dita di una mano, vuoi perché tra i profughi ci sono molti giovani e bambini, vuoi perché le persone appena giunte da noi devono ancora ambientarsi. A ogni modo, ci sono già state persone e aziende che si sono rivolte agli uffici per informarsi sulle possibilità di dare lavoro a queste persone. Al momento, tuttavia, è prematuro dire quali siano le professioni maggiormente richieste e non è ancora possibile stilare un profilo dei potenziali candidati. In ogni caso, nel corso delle prossime settimane le domande da parte di ucraini per poter lavorare dovrebbero aumentare.

Rifugiati, annunciarsi al più presto

Prendendo la parola, Gaby Szöllösy ha consiglia ai rifugiati dall’Ucraina di registrarsi immediatamente presso la Confederazione affinché, dopo aver ottenuto lo stato di protezione S, potranno ricevere quanto prima i soldi dell’assistenza.

Secondo Gaby Szöllösy, ogni cantone ha le proprie regole in materia: in alcuni il denaro viene versato dopo la concessione dello statuto di protezione S. Altri hanno un margine di manovra maggiore: in Vallese, per esempio, si versa il denaro già al momento della presentazione della domanda di protezione.

Anche gli importi versati variano da cantone a cantone, ha detto Szöllösy. Tuttavia, chi ha bisogno di protezione ha diritto all’aiuto di emergenza in qualsiasi momento. Le persone interessate dovrebbero contattare l’ufficio dell’assistenza sociale, anche mediante le varie hotline che i cantoni mettono a disposizione.

Partecipazione finanziaria ai corsi linguistici: a breve la decisione della Confederazione

I Cantoni, ha aggiunto Szöllösy, sono anche in principio d’accordo sulla proposta della Confederazione di voler contribuire ai costi dei corsi di lingua con 3mila franchi a persona a beneficio dello statuto S.

I Cantoni stanno già pianificando le offerte corrispondenti. Oltre ai corsi di lingua, ci sono anche eventi informativi per i rifugiati, ha aggiunto.

Il Consiglio federale dovrebbe prendere a breve una decisione definitiva sulla partecipazione finanziaria della Confederazione. La ministra della giustizia e polizia, Karin Keller-Sutter, ha di recente affermato che, sebbene lo statuto di protezione S non preveda una somma forfettaria per l’integrazione, la Confederazione potrebbe immaginarsi di contribuire finanziariamente per i corsi di lingua organizzati dai cantoni.

Il Consiglio federale ha attivato lo stato di protezione il 12 marzo. La Confederazione versa ai cantoni una somma forfettaria globale di circa 18mila franchi all’anno per le loro spese di alloggio, mantenimento e cure mediche per i rifugiati dall’Ucraina. Questo importo deve ora essere integrato con i 3mila franchi a persona per i corsi di lingua.

Sollecitata la protezione civile

Come annunciato ieri dal Consiglio federale, anche la protezione civile è stata sollecitata per dar man forte. Il Governo ha stabilito un massimo di 24 mila giorni di attività fino al 31 ottobre per costi complessivi di 1,2 milioni di franchi, ha ricordato Michaela Schärer, direttrice dell’Ufficio federale preposto.

Queste persone vengono mobilitate quando le tradizionali strutture di accoglienza sono al limite e bisogna crearne di nuove. L’impiego per i cantoni viene deciso tra quest’ultimi in accordo con la Sem laddove ce n’è bisogno. Sono previsti turni a rotazione di due settimane. I Cantoni ricevono un forfait di 50 franchi per persona e giorno di servizio per il pernottamento, il trasporto e i costi amministrativi.

A dare il loro contributo sono anche coloro che svolgono il servizio civile. A tale riguardo, Christoph Hartmann, direttore dell’Ufficio federale per il servizio civile, ha dichiarato che al momento 38 persone lavorano nei centri federali di asilo, un numero che dovrebbe salire a 100 circa. Anche in questo caso i Cantoni che ne hanno bisogno possono chiedere di far capo a queste persone. Hartmann ha sottolineato però che molti di civilisti sono già impiegati per far fronte ai problemi causati dalla pandemia e che, vista la situazione, queste persone non dovrebbero venir assegnate ad altri compiti.

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