Svizzera

Guerra, operatori culturali chiedono azione finanziaria decisiva

Tra i firmatari della lettera aperta al Consiglio federale anche alcune figure ticinesi. Auspicata una task force per scovare i patrimoni degli oligarchi

(Keystone)
4 aprile 2022
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Più di 100 operatori culturali svizzeri si sono rivolti in una lettera aperta al Consiglio federale con tre richieste riguardo all’invasione russa dell’Ucraina, chiedendo tra le altre "un’azione decisiva contro il finanziamento della guerra da parte della Svizzera".

"Il tempo di voltarsi dall’altra parte è finito - bisogna agire!" si legge nell’appello pubblicato stamane su Twitter dal regista Samir e collegato a un articolo corrispondente nei giornali del gruppo mediatico CH Media.

Nel loro "appello alla società civile", gli operatori culturali chiedono che il Consiglio federale crei una task force per scoprire le complesse strutture patrimoniali degli oligarchi russi sostenendo che "l’obbligo di segnalazione non basta".

Fra gli altri appelli lanciati, uno riguarda il commercio di materie prime russe, che non dovrebbe più continuare a fluire indisturbato attraverso la Svizzera e riempire i forzieri di guerra del capo di stato Vladimir Putin. Infine, la Svizzera deve diventare indipendente dal gas e dal petrolio russo il più rapidamente possibile. L’attacco del regime di Putin all’Ucraina sta uccidendo, ferendo, traumatizzando e allontanando milioni di persone dalla loro patria, indica ancora la lettera.

La Svizzera aveva fornito aiuti umanitari rapidamente e generosamente. "Tuttavia, pensiamo che sia sbagliato che ora stia attuando le sanzioni contro gli oligarchi vicini al Cremlino troppo timidamente". Tutto il resto è subordinato al buon funzionamento degli affari, criticano gli operatori culturali.

"Fate in modo che la Svizzera faccia tutto il possibile per prosciugare le reti di finanziamento del regime di Putin", continuano rivolgendosi ai consiglieri federali. "Ogni giorno nel quale non prendiamo un’azione decisiva contro il regime, più persone muoiono".

Fra i firmatari dell’appello ci sono anche alcune figure culturali della Svizzera italiana, tra cui i registi Fulvio Bernasconi, Niccolò Castelli e Olmo Cerri, l’autrice e regista Cristina Galbiati, i musicisti Zeno Gabaglio e Marco Zappa, lo scrittore e professore universitario Fabio Pusterla e lo scrittore e musicista Daniele Dell’Agnola.

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