Svizzera

‘Fattoria degli orrori’, chiesti 6 anni e mezzo per l’allevatore

I fatti contestati riguardano cavalli, pecore, cani, polli, maiali e bovini. Il caso era scoppiato dopo la scoperta di diversi equini morti

Agosto 2017, il sequestro degli animali
(Keystone)
31 marzo 2022
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Il ministero pubblico turgoviese di Bischofszell chiede sei anni e mezzo di detenzione contro l’allevatore di bestiame di Hefenhofen (Tg), all’origine della vicenda nota come ‘fattoria degli orrori’, tra l’altro per ripetuto maltrattamento di animali. Il caso era scoppiato nel 2017 dopo la scoperta di diversi cavalli morti nella sua azienda agricola. L’uomo sarà giudicato dal tribunale distrettuale di Arbon.

Stando alle 22 pagine dell’atto d’accusa, il contadino, per fatti avvenuti nel periodo compreso tra settembre 2013 e giugno 2019, è accusato in particolare di ripetuto maltrattamento di animali, ripetuta violazione della Legge federale sulla protezione degli animali e di quella sulle epizoozie nonché violazione per mestiere della Legge sulle derrate alimentari.

L’incriminazione riguarda cavalli, pecore, cani, polli, maiali e bovini. La Procura ritiene che agli animali non siano state prestate cure veterinarie adeguate, che la loro detenzione non abbia rispettato le esigenze delle singole specie, che il loro trasporto non abbia seguito le norme e che il loro abbattimento non sia stato conforme alla protezione degli animali, si legge su un comunicato della Procura.

L’imputato è pure accusato di ripetuta esposizione a pericolo della vita altrui, di violazione di domicilio, di falsità in documenti, di delitti contro l’onore e di violazioni della Legge federale sulla circolazione stradale e di quella sugli stranieri e la loro integrazione.

Oltre alla pena detentiva di 6,5 anni, la procura ne chiede una pecuniaria di 150 aliquote giornaliere di 30 franchi ciascuna e una multa di 3’500 franchi. Per il ministero pubblico, al contadino va pure imposto un divieto di attività nel campo dell’allevamento di animali per 20 anni.

Lo scandalo era scoppiato nell’estate 2017, dopo che il Blick aveva pubblicato foto di animali lasciati morire di fame o maltrattati scattate da una ex dipendente dell’allevatore. Era così venuta alla luce una realtà incresciosa, con centinaia di animali ridotti in condizioni pietose.

La vicenda ha creato un notevole clamore mediatico. L’allevamento è stato chiuso e 250 animali hanno dovuto essere trasferiti altrove e in parte venduti.

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