Svizzera

Regolamentare i risarcimenti per le chiusure causa pandemia

L’iniziativa popolare ‘Per indennità regolamentate in caso di epidemia’ si propone di iscrivere il diritto al risarcimento nella Costituzione federale

(Keystone)
29 marzo 2022
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Qualora aziende, imprese oppure artisti non possano lavorare a causa di un’epidemia dovrebbero essere risarciti. È l’obiettivo che si pongono i maggiori partiti e le associazioni economiche che vorrebbero iscrivere questo principio, mediante un’iniziativa popolare, nella Costituzione federale dopo le esperienze raccolte durante la pandemia di coronavirus.

Il comitato che ha lanciato l’iniziativa popolare "Per indennità regolamentate in caso di epidemia" ("Iniziativa sulle indennità"), pubblicata oggi nel Foglio federale, ha tempo fino al 29 settembre 2023 per raccogliere le 100mila firme necessarie per portare a termine l’iniziativa.

Tra le altre cose, l’iniziativa esige che sia pagato un risarcimento a chiunque sia significativamente danneggiato economicamente da una misura ufficiale temporanea a causa di un’epidemia. Di conseguenza, i costi correnti non coperti e la perdita di guadagno devono essere compensati.

Secondo il testo dell’iniziativa, l’indennizzo deve essere pagato dall’autorità che ha stabilito le misure restrittive. Il diritto al risarcimento è sussidiario ad altri diritti legali o contrattuali.

L’associazione di categoria Gastrosuisse aveva annunciato il lancio di un’iniziativa esattamente un anno fa. Nel farlo aveva criticato i provvedimenti adottati dal Consiglio federale e dai Cantoni per le aziende chiuse a causa del virus. In quel periodo, le attività dei ristoranti e di molte altre attività in tutto il Paese erano state sospese. La base legale per simili misure è la legge sulle epidemie.

All’epoca, il presidente di Gastrosuisse, Casimir Platzer, si era detto sollevato dal fatto che le autorità avessero stanziato dieci miliardi di franchi per venire in aiuto ai casi di rigore, ma aveva altresì criticato la lentezza dei risarcimenti concessi come anche le procedure, talvolta astruse, dei Cantoni. Inoltre, i contributi coprivano solo la metà dei costi fissi. Platzer se l’era presa con l’eccessiva burocrazia sostenendo che altri Paesi avevano fatto meglio della Svizzera: Austria e Germania, ad esempio, avevano deciso di abbassare l’IVA per il settore.

Nel comitato d’iniziativa sono rappresentati l’UDC, il PS, l’Alleanza del Centro, il PLR e i Verdi, così come associazioni economiche e culturali.

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