Il Consiglio federale ha adottato le misure già prese dall’Ue. Parmelin: ‘Meglio contrastare coi fatti che un divieto interpretabile come censura’
La Svizzera ha aggiornato le proprie sanzioni contro la Russia, adeguandole al quarto pacchetto adottato di recente dall’Ue. "Punito in particolare il settore energetico e siderurgico. Tuttavia, Berna non intende vietare, come deciso da Bruxelles a inizio marzo, la diffusione dei contenuti di Sputnik e Russia Today, ossia i principali media statali russi.
Circa quest’ultimo aspetto, in una nota odierna della Segreteria di Stato dell’economia – organo responsabile dell’applicazione delle sanzioni, n.d.r – si specifica che, pur trattandosi di strumenti di propaganda e disinformazione mirata utilizzati dalla Federazione Russa, il Consiglio federale crede più efficace rispondere con i fatti a dichiarazioni fallaci e dannose, anziché vietarle.
Riunitosi oggi in seduta straordinaria, il Consiglio federale ha ripreso il più recente pacchetto di sanzioni dell’UE – 9 e 15 marzo – che entrano in vigore stasera alle 23. Il 16 marzo scorso, la Confederazione aveva già ampliato la lista delle persone colpite da sanzioni finanziarie.
Da oggi sono vietate l’esportazione di beni del settore energetico e la fornitura dei relativi servizi, così come è proibito partecipare o mettere a disposizione prestiti o altri mezzi finanziari alle imprese attive nel settore energetico.
È proibito anche importare prodotti siderurgici provenienti o originari della Federazione Russa, nonché esportare nella Federazione Russa beni di lusso e beni per la navigazione marittima. In ambito finanziario sono vietate le transazioni con talune imprese statali e la messa disposizione di servizi di rating del credito.
Il governo ha anche stabilito deroghe alle sanzioni finanziarie, se finalizzate ad attività umanitarie. Ciò facilita le relazioni commerciali necessarie per l’operato delle organizzazioni umanitarie.
L’idea di un divieto dei media russi è stata evocata oggi dai giornali del gruppo CH Media. A inizio marzo, l’UE ha proibito alle due emittenti russe di trasmettere, anche via cavo, satellite, tramite siti web o applicazioni. In particolare, sono state prese di mira le sedi che trasmettono in francese e tedesco.
In linea di principio, il Consiglio federale ha deciso che la Svizzera adotterà tutte le sanzioni contro la Russia, dopo però averle esaminate e soppesate attentamente. La messa al bando dei media è considerata generalmente una grave interferenza nella libertà di opinione e di informazione.
In un’intervista ai giornali del gruppo Tamedia, il ministro dell’economia Guy Parmelin, interrogato sull’argomento, ha definito un simile passo una "questione politica molto delicata". Il ministro democentrista ha aggiunto che una decisione simile potrebbe giustificarsi solo per proteggere gli interessi superiori del Paese.
Non c’è dubbio, per il consigliere federale vodese, che i canali "RT" e "Sputnik" siano "strumenti di propaganda e guerra russa". "Diffondono bugie e disinformazione con l’obiettivo di fomentare l’insicurezza". Un divieto, tuttavia, potrebbe essere interpretato come una censura, secondo Parmelin. Oltre a non essere veramente efficace perché facilmente aggirabile, per il consigliere federale una simile decisione rischia di rendere queste due emittenti ancora più attrattive. Ad ogni modo, secondo Parmelin la popolazione è in grado di giudicare la "propaganda assurda" da ciò che non lo è.
Swisscom e Sunrise UPC hanno già deciso all’inizio di marzo di interrompere immediatamente e fino a nuovo ordine la trasmissione del canale statale russo "RT" a causa della situazione straordinaria. "Sputnik" non sarà trasmesso da nessuno dei due provider.
Frattanto, domenica prossima sarà tenuto a battesimo a Zollikofen (BE) un canale televisivo destinato alla diaspora ucraina. Non è ancora chiaro come queste trasmissioni potranno essere ricevute. Maggiori informazioni verranno fornite nel fine settimana.