Svizzera

Lavoro: prospettive buone in Svizzera, negative in Ticino

Lo segnala il barometro di Manpower. Le imprese con almeno 250 dipendenti danno maggior prova di ottimismo

(Depositphotos)
22 marzo 2022
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Le prospettive d’impiego rimangono buone in Svizzera, mentre sono negative in Ticino: lo segnala il barometro di Manpower, che come al solito mette in luce marcate differenze regionali, settoriali e legate alla grandezza delle singole aziende.

A livello elvetico il 38% delle 515 imprese interrogate nell’ambito di un sondaggio intende assumere personale nel periodo aprile-giugno 2022, l’11% punta a ridurre l’organico, il 45% non prevede cambiamenti e il 6% non è in grado di rispondere. Lo scarto fra le due prime posizioni è di +27 punti: dopo la correzione delle variazioni stagionali la "previsione netta sull’occupazione" di Manpower per il secondo trimestre dell’anno risulta essere di +26%, informa in un comunicato odierno la multinazionale specializzata nelle risorse umane. Il dato è di 4 punti inferiore a quello (record) dell’ultimo rilevamento e di 22 punti superiore a quanto registrato un anno fa.

In Ticino la prospettiva peggiore

A livello regionale il Ticino presenta la prospettiva peggiore, l’unica in negativo, pari -5% (+4 rispetto al trimestre precedente, invariato sull’anno). Tutte le altre regioni offrono indicatori compresi fra +18 (Svizzera nord-occidentale) e +32 (Zurigo). Il ramo in cui regna maggiore ottimismo è quello dell’informatica (+54), mentre il più debole è quello della ristorazione (+8).

Anche la grandezza delle società svolge un ruolo importante nella propensione ad ampliare gli effettivi. Le realtà che danno prova di ottimismo sono quelle grandi: le imprese con almeno 250 occupati presentano una previsione netta dell’impiego di +31%.

Interessante, anche in un’ottica ticinese, è lo sguardo al di là della frontiera. L’Italia è il Paese confinante, fra quelli considerati a livello mondiale, che mostra il più scarso dinamismo, con indicatore a +16%. Gli altri Stati vicini presentano valori più prossimi a quelli della Confederazione: Germania +22 e Austria +30%, Francia +23%.

Lanciata oltre 50 anni or sono negli Stati Uniti, l’indagine di Manpower si è estesa nel frattempo a 43 Paesi e territori. Al sondaggio hanno risposto 42mila direttori delle risorse umane o responsabili del reclutamento in seno a imprese pubbliche e private.

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