Svizzera

Cassis: la guerra avrà serie conseguenze economiche

Fra i principali problemi per la Svizzera Cassis cita la dipendenza da gas e materie prime russe, l’inflazione e l’apprezzamento del franco

(Keystone)

Il conflitto in Ucraina avrà effetti a lungo termine sull’economia elvetica, afferma il presidente della Confederazione. Ignazio Cassis difende ancora una volta le sanzioni contro la Russia e assicura che la Svizzera è pronta a pagare il prezzo della difesa della libertà.

In un articolo pubblicato oggi sui giornali Schweiz am Wochenende e Le Temps, il consigliere federale anticipa tre "probabili conseguenze" del conflitto sul piano economico.

In primo luogo, la dipendenza dal gas russo e da altre materie prime pesa molto da un punto di vista geopolitico e questo avrà un impatto sulla Svizzera. In secondo luogo, la Confederazione dovrà fare i conti con "inflazione e aumento dei prezzi dell’energia significativi e duraturi". Infine, il franco rimarrà una moneta rifugio, ciò che penalizzerà le esportazioni.

Il ticinese aggiunge che è "impossibile prevedere per quanto tempo e in che misura" la Svizzera sarà colpita o quali settori saranno più penalizzati. "Non esiste una soluzione che protegga magicamente la Svizzera dalle conseguenze della situazione attuale". Tuttavia, secondo Cassis "per il momento" non ci sono indizi di una vera crisi economica.

Neutralità: strumento flessibile

Il capo del Dipartimento federale degli affari esteri torna poi a difendere le sanzioni contro la Russia. "Il 24 febbraio il volto del mondo è cambiato, e non in meglio. Dobbiamo difendere la libertà e la democrazia coraggiosamente e senza sosta. Questo ha un prezzo. Un prezzo che la Svizzera è pronta a pagare", scrive.

Aggiunge che "questa guerra è guidata da una follia devastante che frantuma tutti i principi e i valori della nostra civiltà". È questo il motivo per cui il Consiglio federale ha ripreso in toto le sanzioni dell’Unione europea contro la Russia. Questa decisione non mette però in discussione la neutralità del paese, insiste. La Svizzera non sostiene militarmente nessun belligerante, né fornendo truppe né inviando armi.

Il capo della diplomazia elvetica ribadisce che la politica di neutralità non è un dogma, ma "uno strumento flessibile della nostra politica estera e di sicurezza". Sottolinea che "neutralità non significa indifferenza". "La Russia ha violato in modo massiccio il divieto dell’uso della forza, un principio che è ancorato nel diritto internazionale. Rimanendo inattiva, la Svizzera avrebbe fatto il gioco dell’aggressore".

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