Svizzera

Traffico da strada a ferrovia, si può (e si deve) fare di più

Svizzera ancora lontana dagli obiettivi fissati. E il Nazionale approva tre interventi parlamentari a sostegno della politica del Governo

Nel 2021, il 75% delle merci trasportate attraverso le Alpi ha preso la via ferrata
(Keystone)
17 marzo 2022
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Trasferimento del traffico sulla ferrovia: di strada da fare la Svizzera ne ha ancora per raggiungere gli obiettivi che si era fissata. È quanto emerge da un rapporto in materia adottato oggi dal Nazionale. Per sostenere gli sforzi del Consiglio federale, la camera ha approvato – tacitamente – tre interventi parlamentari.

Il relatore commissionale Bruno Storni (Ps/Ti) ha comunque parlato di «bicchiere mezzo pieno». Il rapporto discusso oggi è il primo dal completamento di AlpTransit. «Questa infrastruttura da 24 miliardi di franchi, che è stata realizzata in un quarto di secolo, ha permesso nel 2021 di trasportare il 75% delle merci attraverso le Alpi su ferrovia», ha ricordato il ticinese che ha parlato di «un unicum a livello europeo e mondiale».

Detto ciò, «con poco meno di 900’000 camion siamo ancora lontani dai 650’000 fissati come numero massimo di mezzi pesanti in transito attraverso le Alpi». In questo senso l’obiettivo è «chiaramente non raggiunto», ha detto il relatore. I camion del 2021, anche se sono ancora troppi, non sono comunque più quelli del 2000 tanto per numero – erano 1,4 milioni – quanto come inquinamento. La metà dei mezzi pesanti che oggi valicano le Alpi sono riconducibili al traffico interno e import-export. «È su questi flussi che si dovranno sviluppare nuove misure», ha sostenuto Storni.

Nel presentare il rapporto in novembre, il Consiglio federale aveva annunciato misure per accelerare il trasferimento del traffico merci su rotaia. Il sostegno finanziario per l’autostrada viaggiante, ossia trasporto su rotaia di camion tra Friburgo in Brisgovia (D) e Novara sarà per esempio esteso fino al 2028 (ora il termine è fissato alla fine del 2023). Il sussidio ammonta a 20 milioni di franchi all’anno. «Ciò permetterà di continuare a utilizzare il materiale rotabile esistente senza grandi investimenti e di ampliare i servizi di trasporto combinato non accompagnato», ha spiegato la consigliera federale Simonetta Sommaruga.

Per il ‘dopo 2028’, il Consiglio nazionale ha chiesto al Governo, tramite un postulato, di studiare la possibilità di vietare, nel traffico di transito transalpino su strada, la circolazione dei semirimorchi non caricabili con gru, ha affermato Storni. Gli ostacoli all’impiego della ferrovia sarebbero infatti notevolmente inferiori se tutti i semirimorchi fossero caricabili con gru.

Bruno Storni ha anche evocato il problema del traffico merci con singoli vagoni o a carri completi, che non è sostenuto da sussidi per il traffico interno e che perde sempre più quota di mercato. «Per il traffico da e per il Ticino è però fondamentale, come pure per il traffico interno». Per questo motivo tale servizio va modernizzato, come prevede una mozione del senatore Josef Dittli (Plr/Ur) già adottata dal Parlamento.

La Camera del popolo ha poi approvato una mozione che mira a incentivare il trasporto combinato transalpino. L’atto parlamentare mira ad adeguare l’attuale regime di sovvenzioni. Lo scopo è promuovere i nuovi trasporti e le regioni attualmente caratterizzate da una bassa quota di mercato della ferrovia, ma che dispongono di un elevato potenziale, ha spiegato Storni.

Le trasversali alpine hanno insomma ancora del potenziale. Tuttavia, se è vero che in Svizzera il progetto AlpTransit è stato completato, lo stesso non si può dire delle linee di accesso all’estero, in particolare in Germania. Ciò rappresenta un problema, viste le previsioni di traffico, che ipotizzano una crescita annua del 2% del traffico transalpino, il che significa un +48% tra 20 anni.

Senza una soluzione rapida al collo di bottiglia rappresentato dalla linea Basilea-Karlsruhe (D), una gran parte del traffico supplementare attraverserà le Alpi su strada, hanno sottolineato diversi oratori. La success-story elvetica deve insomma trasformarsi in una success-story europea, ha sostenuto il consigliere nazionale e presidente dell’Iniziativa delle Alpi Jon Pult (Ps/Gr). «Le Nuove trasversali ferroviarie alpine sono un successo, non bisogna rischiare un ritorno alla strada del trasporto merci», ha aggiunto Martin Candinas (Centro/Gr).

Per scongiurare questa eventualità, la Commissione dei trasporti ha elaborato una seconda mozione che chiede al Governo di intraprendere misure per potenziare la linea ferroviaria situata sulla sponda francese del Reno, ha spiegato l’altro relatore commissionale Marco Romano (Centro/Ti).

Concretamente, si tratta di elettrificare entro il 2030 i 71 chilometri della linea Wörth (D)-Strasburgo (F). La necessità di disporre di un itinerario alternativo è emersa durante l’incidente di Rastatt (in Germania a nord di Basilea) nel 2017, ha sostenuto Romano.

Nel suo intervento, Simonetta Sommaruga ha detto di averne già discusso con i ministri dei trasporti francese e tedesco e che questi hanno mostrato interesse. Un memorandum d’intesa, che prevede anche il cofinanziamento dei lavori da parte svizzera – un punto, questo, criticato dall’Udc –, dovrebbe essere pronto entro fine anno, ha precisato la consigliera federale.

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