Svizzera

L’alleanza contro gli F-35 risponde picche a Viola Amherd

I nemici del nuovo aereo da combattimento non raccolgono l’invito della ministra della difesa a rinunciare alla loro iniziativa

Viola Amherd
(Keystone)
3 marzo 2022
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Berna – Nonostante il recente appello della consigliera federale Viola Amherd, i promotori dell’iniziativa che chiede di vietare l’acquisto di jet da combattimento F-35 non intendono rinunciarvi.

"Il previsto armamento della Svizzera con 36 caccia F-35 costerà miliardi ma non porterà alcuna sicurezza supplementare per la popolazione", scrive oggi in una nota l’alleanza ‘Stop-F-35’, formata dal Gruppo per una Svizzera senza esercito (GSsE), dal Ps e dai Verdi.

Appello ‘egoista e vergognoso’

La "ministra" della difesa Viola Amherd aveva lanciato l’appello per il ritiro dell’iniziativa, martedì sera alla televisione romanda Rts, sottolineando come alla luce di ciò che sta accadendo in Ucraina, è importante che la Svizzera possa difendere il suo spazio aereo e proteggere la popolazione.

Voler ottenere capitale politico della guerra in Ucraina è "egoista e vergognoso", scrivono i promotori dell’iniziativa, che preferiscono in questo momento puntare sulle sanzioni alla Russia.

Un’altra idea della sicurezza

La richiesta di Amherd di fermare la raccolta di donazioni in favore dell’iniziativa mostra peraltro che "la lobby degli armamenti ha paura di nuove rivelazioni scandalose da parte del pubblico e del parlamento". L’acquisto degli F-35 non ha nemmeno senso in termini di politica militare, perché un attacco alla Svizzera da parte delle truppe di terra russe è fuori questione.

Per l’alleanza contro gli F-35 la sicurezza della Svizzera può invece essere rafforzata nei settori in cui esiste un reale margine di manovra, per esempio nella politica energetica, dove è imperativo diventare indipendenti dai combustibili fossili.

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