Svizzera

Sugli Ogm ancora divergenze fra le Camere, proposto compromesso

Il ricorso all’ingegneria genetica in agricoltura continua a suscitare vivaci discussioni in parlamento

(Keystone)
2 marzo 2022
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Il ricorso all’ingegneria genetica in agricoltura continua a suscitare vivaci discussioni in parlamento. Lo scorso dicembre, il Consiglio degli Stati ha previsto un’eccezione per gli organismi modificati senza l’introduzione di materiale genetico non specifico, tramite il cosiddetto "editing genomico". Il Consiglio nazionale propone ora un compromesso.

Attualmente, la coltivazione di OGM è permessa in Svizzera solo a scopi di ricerca. La moratoria sull’uso degli OGM in agricoltura è in vigore dall’accettazione di un’iniziativa popolare nel 2005. La moratoria è già stata prorogata tre volte per un periodo di quattro anni. Entrambe le camere hanno già concordato in linea di principio una quarta estensione fino al 2025.

Inizialmente contrari alle eccezioni, i consiglieri nazionali hanno infine aperto la porta alle nuove tecnologie per i processi di selezione tramite editing del genoma. Il meccanismo previsto dal Consiglio degli Stati è però troppo macchinoso e non regola lo statuts giuridico delle piante ottenute, ha spiegato Simone de Montmollin (PLR/GE) a nome della commissione.

Con 112 voti contro 74, il Nazionale ha così incaricato il governo di studiare un sistema di omologazione basato sul rischio per le nuove tecniche di selezione, a condizione che offrano rispetto ai metodi convenzionali un reale valore aggiunto per l’agricoltura, l’ambiente o i consumatori. Il progetto dovrà essere presentato entro l’estate 2024.

La sinistra ha cercato di frenare questa apertura chiedendo di aspettare le risposte del Consiglio federale a tre postulati sulla questione e il nuovo regolamento dell’UE sulle nuove tecniche di selezione. "Anche se l’editing genomico consente una manipolazione più precisa dei geni, i prodotti rimangono geneticamente modificati", ha sostenuto, invano, Valentine Python (Verdi/VD).

Il dossier ritorna al Consiglio degli Stati.

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