Svizzera

Cassis: ‘La vaccinazione obbligatoria non è più un tema’

Il presidente della Confederazione sottolinea che a oggi un obbligo ‘non è né urgente né necessario’, ma occorre continuare a vaccinare ed essere prudenti

Ignazio Cassis, presidente della Confederazione
(Keystone)
6 febbraio 2022
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La vaccinazione obbligatoria non è più un tema di discussione per il Consiglio federale. Lo ha dichiarato il presidente della Confederazione Ignazio Cassis in un’intervista al SonntagsZeitung. Per il consigliere federale ticinese “passiamo ora alla fase di normalizzazione. Un obbligo non è né urgente né necessario, tanto più che questo virus non fa quasi mai ammalare gravemente le persone”. Ma, sottolinea Cassis, è importante che la popolazione continui a vaccinarsi e sottoporsi ai richiami.

Il consigliere federale ha ribadito che, in base alla situazione attuale, con buona parte della popolazione immunizzata dal vaccino o da un avvenuto contagio, “possiamo quindi guardare al futuro con ottimismo”. Ma, ribadisce Cassis, “questo non significa che agiamo alla cieca. Dobbiamo rimanere pronti a intervenire in caso di necessità. È quindi importante che stiamo facendo i passi giusti al ritmo giusto”. Ciò comporta, secondo il presidente della Confederazione, che se da una parte, la situazione epidemiologica si evolverà positivamente entro metà febbraio, si potranno compiere importanti passi verso la riapertura, dall’altra le misure non saranno abolite tutte in una volta. “I gruppi vulnerabili devono continuare a essere protetti. Nelle strutture sanitarie, mascherine e test non scompariranno immediatamente” ha dichiarato Cassis.

Il presidente della Confederazione, inoltre, si dice pronto ad assumersi la responsabilità di reintrodurre mascherine obbligatorie e certificato Covid in autunno, se necessario, e che potrebbe essere necessaria una nuova campagna vaccinale, con delle giornate di vaccinazione analoghe a quelle per l’influenza: una campagna che però, nelle idee del Consiglio federale, potrebbe essere condotta soprattutto dai medici di famiglia più che con un approccio pubblico.

Alla domanda su come si possa liberare la popolazione dalla paura del virus, Cassis dichiara che ci vorrà pazienza: “Non siamo macchine che possono essere accese o spente con un pulsante. Dobbiamo imparare di nuovo cosa significa condurre una vita normale. Inoltre, molte persone hanno perso i loro cari durante la crisi, altre hanno sofferto in ospedale. Sono tutti ricordi che devono essere prima assimilati”. Berna deve “organizzare l’uscita dalla pandemia in modo ordinato”: “Non si può semplicemente dire che è finita. In una prima fase, le raccomandazioni dovrebbero quindi svolgere un ruolo importante. Le autorità potrebbero dire quando ci si dovrebbe comunque testare o andare dal dottore. Per alcuni, questo sembra banale, ma aiuta a mettere ordine”, conclude il presidente della Confederazione.

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