Svizzera

Lieve calo delle persone in assistenza

La diminuzione è dovuta agli aiuti e alla carenza di manodopera in molti settori. Non bisogna però ‘abbassare la guardia’

(Depositphotos)
2 febbraio 2022
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Meno persone hanno fatto capo all’assistenza sociale in Svizzera nel 2021 rispetto al 2019. Le ragioni del lieve calo – di 1,4 punti percentuali – stanno nella ripresa del mercato del lavoro e nella carenza di manodopera in molti settori. Ma è troppo presto per levare l’allerta, secondo la Conferenza svizzera delle istituzioni dell’azione sociale (Cosas).

Si temeva un aumento a causa della pandemia

Da uno studio pubblicato oggi dalla Cosas, emerge dunque che il temuto aumento dei casi dovuto alla crisi sanitaria non si è verificato. Questo grazie in particolare agli aiuti economici assegnati dalle autorità, come ad esempio le indennità giornaliere, quelle per lavoro ridotto e per perdita di guadagno.

Oltre a ciò, la carenza di manodopera in molti settori ha creato opportunità di lavoro per persone poco qualificate, che sono sovrarappresentate fra i beneficiari di assistenza sociale. La promozione del reinserimento di questi ultimi nel mercato del lavoro è stata concordata in dicembre dalla stessa Cosas assieme all’Unione padronale svizzera e all’Unione svizzera delle arti e mestieri (Usam).

Più in dettaglio, va comunque rilevato che ci sono delle differenze regionali, basti pensare che nel Canton Ginevra si è assistito a un aumento di sette punti percentuali, mentre nella città di Lucerna di cinque. Inoltre, sono molti di meno i titolari di permessi B e C che hanno fatto ricorso all’assistenza sociale, anche se secondo la Conferenza molti di loro vi rinunciano per paura di essere espulsi e scivolano nella precarietà. Questa diminuzione è inoltre compensata dall’aumento del numero di rifugiati e di persone ammesse provvisoriamente nell’assistenza sociale. L’incremento era atteso, dopo l’arrivo di un gran numero di richiedenti asilo tra il 2014 e il 2016.

‘Le sfide rimangono’

Nonostante questa leggera diminuzione generale, le sfide rimangono, avverte la Cosas, che si aspetta un forte aumento del numero di dossier a medio termine, che potrebbe raggiungere il 13,8% entro il 2023, rispetto al 2019.

Alla fine del 2021, la Segreteria di Stato dell’economia (Seco) ha contato circa 29mila disoccupati di lunga durata, più del doppio rispetto alla fine del 2019. È difficile determinare quanti di loro beneficeranno dell’assistenza sociale nei prossimi anni, sottolinea la Conferenza.

Inoltre, tra il 2019 e il 2023, la responsabilità finanziaria per i richiedenti l’asilo sarà gradualmente trasferita dalla Confederazione ai Cantoni. In questo contesto, la Cosas prevede che, entro il 2023, altre 12mila persone con passato migratorio dipenderanno dall’assistenza sociale versata dai Cantoni e dai Comuni, e ciò nonostante le misure di integrazione.

Infine, malgrado gli aiuti economici legati al coronavirus, la Conferenza mette in guardia sull’impatto ancora incerto della pandemia sulla salute della popolazione. Le persone che soffrono di postumi fisici e psicologici potrebbero dover affrontare ostacoli al loro reinserimento nel mercato del lavoro. A questi potrebbero aggiungersi molti indipendenti costretti a chiudere, malgrado le indennità di perdita di guadagno e gli altri sostegni.

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