Svizzera

Processo Vincenz, la difesa chiede la piena assoluzione

Il difensore dell’ex Ceo di Raiffeisen Pierin Vincenz ha sostenuto stamani che tutte le accuse della procura sono infondate

28 gennaio 2022
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Tutte le accuse della procura sono infondate. Lo ha sostenuto stamani, nel quarto giorno del processo davanti al Tribunale distrettuale di Zurigo, il difensore dell’ex Ceo di Raiffeisen Pierin Vincenz. Ha chiesto pertanto la piena assoluzione del suo cliente. Ieri il rappresentante del ministero pubblico aveva invece domandato una pena detentiva di sei anni per Vincenz e il suo collega in affari Beat Stocker.

All’inizio della sua arringa il legale di Vincenz ha messo in risalto i successi professionali dell’ex direttore di Raiffeisen: senza di lui l’ex cassa di risparmio contadina non sarebbe mai diventata il terzo principale gruppo bancario del Paese. E ha pure gestito con successo la società di carte di credito Aduno (ora Viseca).

È inoltre sbagliato presumere che Vincenz, nella sua veste di Ceo e presidente del Consiglio di amministrazione, “avrebbe potuto fare tutto a sua discrezione”. Tutte le decisioni sono state prese in maniera consensuale e previa consultazione in seno alla direzione e al Cda, ha affermato il difensore. “Non si tratta di organi decisionali che avrebbero semplicemente seguito Vincenz”.

“Il successo genera invidia”

“È noto che il successo genera invidia”, ha aggiunto. E ciò avrebbe dovuto essere preso in considerazione da chi ha avviato l’inchiesta per violazione del segreto bancario nei confronti del suo cliente.

Ma il ministero pubblico “ovviamente non ha avviato le indagini senza essere influenzato dai resoconti dei media”, ha aggiunto il legale di Vincenz. L’inchiesta è proseguita “con uno zelo raramente visto nel voler perseguire” il suo assistito.

Pena detentiva di sei anni

Ieri, nella sua requisitoria alla fine della quale ha chiesto una pena detentiva di sei anni per i due principali imputati del processo, il ministero pubblico ha rimproverato a Vincenz e a Stocker, ex patron di Aduno, di aver avuto partecipazioni segrete in altre società. Avrebbero in seguito fatto acquistare tali società da Raiffeisen o Aduno e avrebbero così raccolto i profitti illegali.

La procura ha inoltre sottolineato come Vincenz fosse in una posizione più rilevante di quella di Stocker. Era quindi in grado di convincere altre persone che si fidavano di lui ad approvare transazioni. “Ha abusato di questa fiducia e del suo potere. Questo abuso pesa molto”, ha sottolineato il rappresentante della procura.

Potere di Vincenz, ma mente era Stocker

Stocker, che all’epoca delle presunte transazioni criminali era il direttore di Aduno, non aveva il potere di Vincenz, ma era la mente dei crimini economici commessi, ha sostenuto il procuratore. “Ha perfezionato il doppio gioco a danno degli accusatori privati” (il gruppo Raiffeisen e l’ex società Aduno, ora Visceca) e lo ha fatto “con grande energia criminale”.

Nella sua requisitoria, il pubblico ministero ha anche citato e-mail e conversazioni telefoniche. Ad esempio, Vincenz nel febbraio 2018 avrebbe detto a Stocker che dovevano accordarsi su una formulazione comune. Si trattava di non dire nulla di “stupido” e di essere accurati per fare in modo che non potessero essere “decriptati”.

Pene sospese per altri coimputati

Per altri cinque imputati, accusati di complicità per aver aiutato Vincenz e Stocker in alcune occasioni, il procuratore ha chiesto sanzioni che vanno da una pena pecuniaria sospesa a una condanna, parzialmente sospesa, a due anni e mezzo di prigione.

Come noto, il processo durerà più del previsto: ai cinque giorni inizialmente previsti fra gennaio e febbraio, la corte ha aggiunto altre quattro udienze in marzo.

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