Il consigliere federale sostiene che la pressione dei media sulla pandemia ha portato la politica ad applicare misure forse non necessarie
Il consigliere federale Ueli Maurer critica la copertura mediatica durante la pandemia di Covid-19: a suo parere la pressione dei media in Svizzera ha portato a un inasprimento delle misure anti-pandemiche di portata forse non necessaria.
Secondo il consigliere federale zurighese “Omicron quasi non comporta decorsi gravi della malattia, per questo si può normalizzare progressivamente la situazione”. E a posteriori ci si potrebbe chiedere se si è aspettato troppo a lungo con la normalizzazione, dice il ministro Udc in un’intervista alla “Aargauer Zeitung”.
“Per me, la politica si è sempre basata su tre pilastri: proteggere la salute, attutire le conseguenze per l’economia e mantenere in vita la società”. All’inizio, si trattava quasi solo di salute, ma ora vengono presi in considerazione altri elementi, continua Maurer.
“Il virus è mutato e non sembra più così pericoloso. Se questa scoperta è confermata, tutte le misure possono essere revocate. Le prime tendenze sono incoraggianti, ma è ancora troppo presto per decidere”, aggiunge il ministro delle finanze.
Maurer afferma poi che “quando gli esperti elaborano diversi scenari, i media spesso presentano solo il caso peggiore possibile. Ciò che dà un’immagine troppo unilaterale”. In questo senso relativizza l’indicazione dell’Ufsp secondo cui fino al 10-15% della forza lavoro potrebbe essere infettata; scenario che però non sembra avverarsi. “Ma i media hanno bisogno di un titolo di grande richiamo ogni giorno”, aggiunge.
Purtroppo – continua – i media hanno contribuito molto a questa miseria, perché hanno alimentato solo il peggio. “E il danno fatto in tal modo non è da sottovalutare. Non da ultimo a causa di questa pressione, il Consiglio federale, il Parlamento e i cantoni hanno deciso misure che, in retrospettiva, potrebbero non essere state necessarie nella portata in cui sono state applicate. Questo è il mio rimprovero ai media”.
Il ministro democentrista respinge però la tesi che il Consiglio federale possa lasciarsi guidare da quanto affermano i media. Comunque, logicamente, essi contribuiscono alla formazione dell’opinione della gente e, purtroppo, anche quella delle autorità. Questo influenza l’umore e il clima nell’opinione pubblica.
Secondo Ueli Maurer “la pressione dei media sulla politica è diventata enorme, e non solo per il Consiglio federale. Misure mirate e differenziate come la protezione dei gruppi più vulnerabili non erano quasi più possibili: c’era bisogno di una chiusura e di un irrigidimento generale”.
Quanto all’obiezione dei suoi intervistatori secondo cui, grazie ai media, la gente forse si è comportata in modo più responsabile e prudente, per cui in Svizzera non sono state necessarie rigide misure a livello statale, il ministro ha ribattuto: “So che i giornalisti non prendono bene le critiche dei media (ridendo). Lasciamo perdere”.