Svizzera

Gli esperti di etica: no ai giudizi morali sui non vaccinati

La Società svizzera di etica biomedica ammette che i molti non vaccinati pesano sul sistema sanitario ma propone la via del dialogo e l’informazione

(Keystone)
22 dicembre 2021
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Le persone non vaccinate contro il coronavirus non devono subire giudizi morali. Gli esperti di etica sottolineano che fare distinzioni in questo senso non permetterà di fermare la pandemia.

Con gli ospedali pieni, i vaccinati faticano a comprendere perché i non vaccinati che si ammalano di coronavirus mobilitano le risorse mediche. La Società svizzera di etica biomedica (SSEB) mette in guardia da tale visione della questione.

Questo approccio fa infatti pensare che i vaccinati non possano ammalarsi e non possano infettare altri, con conseguente abbassamento della guardia e meno protezione per gli altri, oltre che per sé stessi.

Inoltre, ogni individuo ha il diritto di accettare o rifiutare un vaccino dopo aver soppesato pro e contro, ricorda la SSEB. I professionisti della medicina non devono giudicare la “responsabilità personale presunta o reale” dei non vaccinati che si ammalano. Da un punto di vista etico, tutti hanno il diritto di essere curati.

La SSEB ammette che un gran numero di non vaccinati è un problema per le strutture ospedaliere. Propone però il dialogo e l’informazione. “Abbiamo anche tutti l’obbligo morale di limitare i contatti sociali e applicare le misure igieniche appropriate”, si legge nella presa di posizione.

Evitare il triage

Gli esperti di etica insistono poi sulla solidarietà. “Numerose persone gravemente malate rischiano di non essere curate a causa di trattamenti e interventi rinviati”. Per evitare un triage dei pazienti, la SSEB chiede alle autorità di assumersi le proprie responsabilità: “Un’esitazione prolungata può avere pesanti conseguenze”.

Bisogna quindi applicare misure severe per evitare la diffusione del virus. Oltre a questo, è necessaria una migliore coordinazione di fronte alla penuria di risorse. Misure devono poi essere prese per giovani, persone con turbe mentali e anziani soli, categorie spesso dimenticate.

Un pensiero viene rivolto anche al personale curante, che deve essere rispettato e valorizzato. Anche per riguardo nei loro confronti, la popolazione deve evitare di recarsi in ospedale “inutilmente”.

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