Svizzera

Contenuti dei media su Google e Facebook, Berna batte cassa

Anche in Svizzera i grandi operatori del web dovrebbero esser costretti a risarcire i media per i contributi pubblicati sulle piattaforme

(Keystone)
17 dicembre 2021
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Anche in Svizzera, come in Francia, i media potrebbero venir risarciti per i rispettivi contenuti pubblicati dai grandi operatori del web, come Google o Facebook. Entro la fine del 2022, il Dipartimento federale di giustizia e polizia, assieme all’Ufficio federale delle comunicazioni e alla SECO, dovrà presentare un progetto da porre in consultazione per regolare giuridicamente la protezione delle pubblicazioni giornalistiche.

Tale decisione è stata adottata oggi dal Consiglio federale in allegato alla pubblicazione di un rapporto sull’efficacia della revisione del diritto d’autore entrata in vigore nel 2020.

All’epoca, ricorda una nota governativa odierna, il Parlamento aveva rinunciato all’introduzione di un diritto di protezione affine per i media giornalistici poiché intendeva, tra le altre cose, attendere gli sviluppi in seno all’UE.

Nel rapporto sull’efficacia della revisione della legge sul diritto d’autore, l’esecutivo ha constatato che, grazie al diritto di protezione affine previsto nell’UE, in futuro i media giornalistici saranno verosimilmente ricompensati per le loro prestazioni.

In Francia, dove l’attuazione della misura è in fase avanzata, sono stati conclusi i primi accordi tra piattaforme internet e media giornalistici su pressione delle autorità garanti della concorrenza. Anche in Germania sembra delinearsi una situazione simile.

In generale, il rapporto sulla revisione del diritto d’autore mostra che le modifiche legislative apportate dal Parlamento permettono di raggiungere gli obiettivi fissati. Per quanto riguarda il miglioramento dell’accesso all’utilizzazione di opere i cui titolari dei diritti sono sconosciuti o introvabili, le nuove possibilità sono già molto sfruttate.

Quanto alle semplificazioni introdotte nell’ambito dell’acquisizione di licenze i risultati sono invece inferiori alle aspettative. La regolamentazione dei compensi per lo streaming, prevista nella revisione, permette di correggere le disparità tra l’utilizzo delle opere in streaming e i relativi compensi degli operatori della cultura. A lungo termine si prevede che la nuova regolamentazione dei compensi migliori la situazione degli operatori culturali.

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