Svizzera

Politica economica esterna, definita la nuova strategia

Nove campi d’azione che dovranno fungere da bussola per la politica economica esterna della Confederazione nei prossimi anni

(Keystone)
24 novembre 2021
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Nove campi d’azione che dovranno fungere da bussola per la politica economica esterna della Confederazione nei prossimi anni. Il Consiglio federale ha adottato oggi la sua nuova strategia in materia, con la quale intende affrontare tutti i cambiamenti che hanno stravolto di recente il pianeta.

Con la sua politica economica esterna, Berna mira in primis a mantenere se non aumentare il benessere della popolazione. “Abbiamo beneficiato notevolmente della globalizzazione e vantiamo uno dei redditi pro capite più alti del mondo”, ha detto il presidente della Confederazione Guy Parmelin presentando alla stampa la strategia, che si articola su un periodo medio-lungo ed è in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Per realizzarla, la Svizzera fa affidamento sull’ordinamento internazionale, sull’accesso ai mercati e su relazioni economiche sostenibili. In tal modo promuove l’attrattiva della piazza economica elvetica per imprese ad alta creazione di valore, garanti di prosperità e posti di lavoro. “Come mostrano le cifre, il commercio esterno è fondamentale per il nostro Paese, viste le limitate risorse naturali indigene”, ha affermato Parmelin, aggiungendo che le condizioni quadro vanno costantemente adattate ai nuovi sviluppi sociali, politici, tecnologici o economici”.

La nuova strategia, che va a sostituire quella del 2004 e i suoi supplementi tematici del 2009 e del 2014, provvede insomma al posizionamento ottimale della Svizzera, tenendo d’occhio sfide quali ad esempio le tendenze protezionistiche e le varie forme di critica alla globalizzazione, si legge in una nota del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR). Il piano mostra anche come affrontare i requisiti dello sviluppo sostenibile e della crescente digitalizzazione.

Grazie a una politica di apertura internazionale, negli ultimi decenni la Svizzera ha saputo integrarsi nell’economia globale e beneficiare delle catene di valore internazionali, indica il DEFR. Un successo che sta alla base anche della nuova strategia, impostata come detto su nove campi d’azione.

In particolare, la Svizzera persegue una politica economica esterna mirata, rilevando e specificando le proprie esigenze in modo trasparente, ha snocciolato Parmelin. Per far valere i propri interessi, punterà su approcci multilaterali, così come su scambi il più possibile aperti e regolamentati sul fronte sia delle importazioni sia delle esportazioni.

Inoltre, la Svizzera, pur continuando a posizionarsi in modo indipendente nel mutevole contesto geopolitico, si concentrerà sui partner economici più importanti – oltre all’Ue, ovviamente la rampante Cina e gli Stati Uniti con i quali di recente sono stati chiusi diversi accordi, su tutti l’acquisto dei jet F-35 – e promuoverà lo sviluppo sostenibile al suo interno e nei Paesi partner. Berna intende poi rafforzare la propria resilienza alle crisi puntando a mercati diversificati.

Si tratta quest’ultimo di un punto chiave, ha insistito il ministro vodese, come portato a galla dalla crisi legata al Covid, che ha causato ritardi e interruzioni delle forniture e notevoli difficoltà in materia di approvvigionamento non ancora del tutto risolte. “Se in Svizzera abbiamo potuto evitare gravi penurie è grazie alle relazioni commerciali e ai contatti tecnici e diplomatici stabiliti”, ha fatto notare Parmelin.

Per quanto riguarda i restanti campi d’azione, la Svizzera si impegnerà a favore della libera circolazione dei dati, porterà avanti una politica economica esterna chiara informando le cerchie interessate e pondererà con attenzione le opzioni, i costi e le opportunità delle nuove regolamentazioni.

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