Stando a uno studio dell’Ufficio federale di statistica, il 57% di essi ha problemi a portare avanti gli studi e uno su dieci decide di abbandonarli
Studenti universitari in crisi in Svizzera, anche prima della pandemia da Covid-19. Stando a uno studio dell’Ufficio federale di statistica (Ust) realizzato prima della crisi, il 57% di essi ha problemi a portare avanti gli studi e uno su dieci decide di abbandonarli.
Dall’immagine – che valuta principalmente la situazione socioeconomica degli studenti – emerge che un terzo di essi (33%) dichiara di avere difficoltà in relazione al contenuto degli studi. La mancanza di motivazione, menzionata da circa uno studente su quattro (24%), è il secondo tipo di difficoltà negli studi per frequenza. Seguono quelle finanziarie e personali (entrambe al 17%).
Coloro che hanno già compiuto i 30 anni sono meno spesso toccati dalle difficoltà in relazione al contenuto degli studi rispetto ai più giovani, ma più spesso da quelle finanziarie o personali. Gli studenti i cui genitori non dispongono di una formazione post obbligatoria (7% del totale) riscontrano più difficoltà degli altri, indipendentemente dal tipo di difficoltà considerate.
Più nel dettaglio, nelle scuole universitarie (Uni) ad avere maggiori problemi con il contenuto degli studi sono coloro che frequentano scienze esatte e naturali (42%) e medicina e farmacia (39%). Hanno invece meno difficoltà gli studenti iscritti a scienze umane e sociali (30%) o materie interdisciplinari o altro (26%).
Nelle scuole universitarie professionali e nelle alte scuole pedagogiche (Sup/Asp) invece sono più in difficoltà gli studenti di tecnica e informatica (37%), design (36%) e chimica e scienze della vita (35%), mentre hanno vita più facile coloro che frequentano corsi di sport (19%), musica, arti sceniche e altre arti (21%) o psicologia applicata (23%).
Nelle Uni, in medicina e farmacia, scienze tecniche e scienze economiche, in generale pochi affermano di andare d’accordo con gli insegnanti, mentre sono in molti a sostenere di avere amici tra i compagni di corso. Coloro che frequentano le facoltà di scienze umane e sociali hanno un buon rapporto con gli insegnanti ma non hanno molti amici tra i compagni. Gli studenti di diritto tendenzialmente hanno sia problemi nell’andare d’accordo con gli insegnanti che a legarsi ai compagni di corso.
I risultati relativi alle Sup/Asp sono ben diversi: il numero di studenti che affermano di andare d’accordo con gli insegnanti è sempre superiore alla media, indipendentemente dal settore di studio.
Sovente la decisione di gettare la spugna deriva da preoccupazioni legate alla salute: coloro che ritengono che la propria salute vada discretamente, male o molto male sono quelli che pensano più spesso di abbandonare gli studi (17%).
A prendere in considerazione l’opzione di lasciare i corsi vi sono pure gli studenti i cui genitori non hanno proseguito la formazione dopo la scuola dell’obbligo, quelli con difficoltà finanziarie, quelli con un grado di occupazione superiore all’80% e quelli di più di 35 anni. L’indirizzo di studio, invece, non influisce in modo significativo su questa intenzione.
La rilevazione 2020 sulla situazione socioeconomica degli studenti (Ssee) è stata condotta interpellando 26’685 studenti immatricolati in una scuola universitaria in Svizzera che nel semestre invernale 2019/2020 erano iscritti a un ciclo di studi per un bachelor o un master o a un’altra formazione analoga. Non sono stati considerati i dottorandi, le persone che seguono una formazione continua o un semestre di scambio (ad es. Erasmus) presso una scuola universitaria svizzera.
L’inchiesta è stata condotta nel semestre primaverile dal 25 marzo al 31 maggio 2020 tramite questionari online. All’inizio del questionario si precisava nel rispondere alle domande di fare riferimento a una settimana tipica di studio e non alla situazione insolita del momento legato alla pandemia.