Svizzera

Più psicofarmaci e sonniferi nel 2020 (e costi in aumento)

È quanto mette in luce un rapporto annuale pubblicato da Helsana, che sottolinea anche i problemi di approvvigionamento del mercato

Il mercato elvetico è piccolo e quindi è spesso uno dei primi a soffrire delle strozzature nell’offerta
17 novembre 2021
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Nel 2020 sono stati consumati in Svizzera meno medicinali, ma il costo complessivo è aumentato. La pandemia ha anche provocato un aumento del consumo di psicofarmaci e di sonniferi, mette in luce un rapporto annuale pubblicato da Helsana, che sottolinea anche i problemi di approvvigionamento del mercato, con conseguente penuria di determinati preparati. Nell’anno pandemico i costi dei farmaci a carico dell’assicurazione malattia di base si sono attestati a 7,7 miliardi di franchi, con una contrazione del 2,2% in termini di volumi, ma un aumento dell’1,2% in relazione ai costi. Gli oneri più importanti sono stati causati dagli immunosoppressori, seguiti dai tumorali.

“Oggi i fornitori di prestazioni sanitarie guadagnano di più quando dispensano un medicamento costoso: ecco perché i generici e i biosimilari a basso prezzo sono molto meno popolari in Svizzera”, commenta il presidente della direzione di Helsana Roman Sonderegger, citato in un comunicato. “Rimane così inutilizzato un enorme potenziale di risparmio di diverse centinaia di milioni di franchi all’anno”. Secondo Sonderegger, per eliminare incentivi errati sono necessari margini indipendenti dal prezzo: chi fornisce una prestazione dovrebbe cioè essere compensato sempre nella stessa misura, indipendentemente dal fatto che venga dispensato un prodotto originale o un’imitazione.

Nel 2020 è aumentato il consumo di stimolanti psichici e di farmaci per conciliare il sonno, una crescita che Helsana mette in relazione con l’elevato grado di stress psicologico e d’incertezza legato all’epidemia di coronavirus. Sono inoltre fortemente progredite le vendite di preparati con vitamina D3, sulla scia di notizie che descrivevano questo ingrediente come un’utile difesa contro il Covid-19; sebbene studi successivi abbiano smentito questa ipotesi gli acquisti si sono mantenuti più elevati rispetto a quelli del 2019.

Il rapporto di Helsana sottolinea anche come da diversi anni siano in aumento in Svizzera le difficoltà di approvvigionamento di medicinali. La causa del problema è il calo a livello mondiale dei produttori e la conseguente concentrazione della produzione in poche località. Il mercato elvetico è piccolo e quindi è spesso uno dei primi a soffrire delle strozzature nell’offerta.

Già nel 2019, anno non ancora segnato dalla pandemia, vi era una penuria di approvvigionamento per un totale di 673 prodotti e 371 sostanze attive. Fortunatamente le carenze di fornitura non sono state per la maggior parte critiche, dato che per compensarle erano disponibili soluzioni con altre dimensioni delle confezioni o dosaggi. Tuttavia quasi un terzo delle carenze si è rivelato molto critico, visto che solo un preparato era disponibile sul mercato elvetico. Secondo Helsana sussiste un problema che va risolto: sono necessarie soluzioni innovative per migliorare e assicurare la situazione dell’approvvigionamento.

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