Il Tribunale delle misure coercitive respinge la domanda del Ministero pubblico. ‘Nessun motivo particolare’ per tenere dentro i tre esercenti di Zermatt
Zermatt – Niente carcere preventivo per i tre esercenti del ristorante Walliserkanne di Zermatt (Vs), che si sono rifiutati di rispettare l’obbligo di certificato Covid e la chiusura del locale imposta dalle autorità. Il Tribunale delle misure coercitive ha respinto la domanda del Ministero pubblico.
Nella decisione pubblicata oggi, la corte ammette che esistono forti sospetti che gli imputati abbiano commesso numerose infrazioni. Tuttavia, non si riscontra alcun motivo particolare per giustificare un simile tipo di incarcerazione. Il Ministero pubblico vallesano ha deciso che non farà ricorso.
Per i tre gestori – una coppia e il figlio – domenica mattina erano scattate le manette, poiché si erano rifiutati a più riprese di applicare l’obbligo di certificato Covid all’entrata del ristorante e avevano ignorato la decisione di venerdì del Consiglio di Stato relativa alla chiusura dell’esercizio.
Tale misura era stata resa pubblica con cartelli e le entrate erano state bloccate con blocchi di cemento, dettaglio che ha fatto balzare la questione agli onori della cronaca. Il ristorante ha però proseguito l’attività imperterrito, improvvisando persino un bar sui blocchi.
La questione ha acceso gli animi degli oppositori alle misure anti-coronavirus: domenica si è svolta una manifestazione a Zermatt e i giovani Udc hanno criticato l’azione della polizia, parlando di atteggiamenti da Stato dittatoriale.