Svizzera

Sul certificato Covid perplessità trasversali in Parlamento

Oltre l’Udc, anche esponenti del Centro e del Ps si esprimono a favore di allentamenti sul Covid Pass svizzero

(Keystone)
18 ottobre 2021
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L’Udc non sembra essere più da sola nella sua posizione contraria al certificato Covid: anche da altre parti in parlamento sorgono delle perplessità, come rivelano i media d’oltralpe Watson e 20Minuten. Ripensamenti sono in atto al Centro, espressi dal consigliere nazionale Martin Candas e dal consigliere agli Stati Peter Hegglin in due prese di posizione diverse. Candas ha dichiarato alla SonntagsZeitung che le misure attuali “limitano fortemente una parte della popolazione” e che, essendo stata raggiunta, secondo lo studio Corona-Imunitas, un’immunizzazione superiore al 90% fra gli over 65, “l’uso del certificato deve ora essere gradualmente allentato". Peter Hegglin, oltre alla constatazione dell’esclusione di numerose persone dalla vita pubblica, aggiunge considerazioni di carattere economico-finanziario: "Non possiamo semplicemente spendere tutti i soldi che abbiamo risparmiato negli ultimi anni per la pandemia di coronavirus. Abbiamo anche bisogno di un cuscinetto per le crisi future”.

Anche a sinistra iniziano ad emergere voci contrarie: la consigliera nazionale solettese Franziska Roth, che non si dichiara no-vax e non ha nulla a che vedere con i cosiddetti “corona-scettici“, sostiene ad esempio che "la limitazione dei diritti fondamentali dovrebbe essere usata solo in casi di estrema urgenza. La vaccinazione obbligatoria non esiste e non dovrebbe essere introdotta dalla porta di servizio” per la Roth, l’obbligo del certificato per ristoranti, zoo e cinema va riconsiderato e usato solo se la situazione è "veramente precaria”. La politica dei test a pagamento escluderebbe, a suo dire, le persone che vivono in povertà e non possono permettersi test regolari, ad esempio molte persone con problemi psichiatrici che hanno paura di essere vaccinati.

Il discorso sull’esclusione di chi non può permettersi test regolari è portato avanti anche dalla consigliera nazionale dei Verdi Katharina Prelicz-Huber ,che pone l’accento sull’esclusione dalla vita sociale o dall’istruzione degli studenti e degli impiegati a bassa retribuzione ad essere esclusi dalla vita sociale, e chiede dunque che i test tornino gratuiti.

I liberali, invece, tramite il proprio presidente Thierry Burkart, dichiarano di aspettarsi ora dal Consiglio federale una prospettiva di uscita concreta dalla crisi pandemica.

Intanto, come scrive 20Minuten riprendendo la “Nzz am Sonntag”, si accende il dibattito sulla legge Covid in vista della votazione di novembre e in particolare sull’argomento, portato dal Consiglio federale, secondo il quale se la legge fosse respinta il certificato Covid non potrebbe più essere utilizzato per viaggiare. Come riporta il giornale d’oltralpe citando l’Ufsp, ciò varrebbe solo per quanto riguarda l’emissione di nuovi certificati, mentre quelli già emessi prima del 20 marzo sarebbero ancora validi, leggibili e utilizzabili in formato digitale o cartaceo come prova di vaccinazione se accettati da un altro Stato. Validità confermata al giornale anche dal Felix Uhlmann, professore di diritto costituzionale e amministrativo all’Università di Zurigo

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