Svizzera

Falcon Bank, la difesa chiede l’assoluzione

Non sarebbe stato commesso nessun reato e quindi cadrebbe l’accusa di riciclaggio

La sede del tribunale a Bellinzona
(Archivio Ti-Press)
30 settembre 2021
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Bellinzona – Al processo della Falcon Private Bank in corso al Tribunale penale federale di Bellinzona, il procuratore ha chiesto una condanna a 21 mesi di reclusione – sospesa – per riciclaggio di denaro per il suo ex amministratore delegato. Il suo avvocato, d’altra parte, ha chiesto l’assoluzione. Oltre all’ex Ceo, anche la banca è comparsa davanti alla corte come persona giuridica. A carico di quest’ultima il procuratore ha chiesto una multa di due milioni e la confisca dell’indebito profitto pari a 7 milioni di franchi.

Le vendite di azioni Unicredit effettuate dalla banca per conto dell’uomo d’affari emiratino Khadem Al-Quabaisi tra il 2012 e il 2016 erano corrette? Oppure la Falcon Private Bank e il suo amministratore delegato hanno nascosto la negligenza in queste transazioni?

Secondo l’accusa, la Falcon Private Bank ha permesso il riciclaggio di denaro perché non aveva un sistema di controllo interno efficace. In questo senso, non ha rispettato gli obblighi di diligenza che incombono a un’istituzione finanziaria. Gli avvocati dell’ex direttore e della banca hanno contestato questa analisi e hanno chiesto l’assoluzione.

Khadem Al-Quabaisi, che era il presidente della banca all’epoca, non si è presentato in tribunale. Egli è considerato un correo dal Ministero pubblico della Confederazione (Mpc) ed è oggetto di un procedimento separato. Anche se è stato condannato per frode, riciclaggio di denaro e cattiva gestione negli Emirati Arabi, non si sa se se la condanna sia stata eseguita. Le richieste di assistenza giudiziaria, infatti, sono state finora infruttuose.

L’Mpc ritiene che l’ex amministratore delegato e Qubaisi hanno usato un mosaico di società per nascondere il fatto che quest’ultimo era il proprietario di titoli Unicredit venduti a prezzi gonfiati ad Aabar Luxembourg. Questa società si è costituita accusatrice privata. Invece del valore corretto di circa 60 milioni di euro, Aabar Luxembourg ha pagato 210 milioni, subendo una perdita di 150 milioni, che ora sta cercando di recuperare. Il denaro è stato poi trasferito in un conto tenuto da Falcon in una banca di Bruxelles. Di questo totale, 61 milioni sono stati poi versati su un conto Falcon intestata a Qubaisi e 133 milioni sono stati andati a una delle società che fungevano da intermediarie. Da lì, il denaro ha continuato a viaggiare verso un fondo specializzato in investimenti ad alto rischio e gestito da Falcon. Tra le altre cose, 50 milioni di dollari sono andati alla Red Granite Capital, la società produttrice del film ‘Il lupo di Wall Street’ con Leonardo di Caprio.

Gli avvocati della difesa hanno cercato di dimostrare che Aabar Luxembourg era pienamente consapevole dell’identità del venditore delle azioni Unicredit. Qualsiasi altro scenario sarebbe irrealistico. I difensori hanno ribadito che non è stato commesso alcun reato e che quindi non c’è stato riciclaggio di denaro. Gli imputati non avrebbero tentato di sottrarre i beni al sequestro. I fondi erano sempre disponibili come pure la documentazione delle transazioni.

Il verdetto è atteso il 5 novembre.

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