Svizzera

Parlamentari e Consiglieri federali, altre nazionalità da dichiarare

Il Consiglio degli Stati, dopo il Nazionale, ha approvato l’iniziativa parlamentare di Marco Chiesa (Udc). Divergenza sull’obbligo di indicare un indirizzo postale

(Ti-Press)
29 settembre 2021
|

In futuro sia i parlamentari che i membri del Consiglio federale dovrebbero essere obbligati a dichiarare se possiedono più nazionalità. Dopo il Consiglio nazionale, anche quello degli Stati ha deciso oggi per 29 voti a 12 una modifica in tal senso dell’ordinanza riguardante la legge sul parlamento che realizza un’iniziativa parlamentare di Marco Chiesa (UDC/TI).

Contrario alla modifica dell’ordinanza sull’amministrazione del Parlamento il campo rosso-verde, secondo cui la trasparenza sulle nazionalità ha un intento discriminatorio volto ad ingenerare il sospetto che vi siano cittadini di serie “A” e cittadini di serie “B”.

Il “senatore” Mathias Zopfi (Verdi/GL) ha giudicato inutile questa modifica dell’ordinanza che non farà che “portare acqua al mulino di coloro che pensano che una doppia o tripla nazionalità possa gettare una luce negativa sul nostro lavoro, ingenerando il sospetto che possa sussistere un conflitto di lealtà”.

Per Zopfi, “proprio a causa del nostro lavoro i parlamentari sono già esposti; questa aggiunta non fa che gettare ulteriore benzina sul fuoco, dando un’occasione in più a certi personaggi per insultarci e metterci alla gogna”. Il consigliere agli stati ecologista non nega che ci possa essere un interesse pubblico per il cittadino, ma sarebbe altrettanto interessante per il cittadino, in nome della tanto strombazzata trasparenza, conoscere l’onorario degli eletti attivi per determinate associazioni.

Al voto, tuttavia, la proposta di minoranza di Zopfi che chiedeva di rinunciare a questa modifica è stata bocciata per 28 voti a 13. Il plenum ha anche stabilito di mantenere nell’ordinanza l’obbligo di indicare anche un indirizzo postale. Il motivo? Non tutti hanno dimestichezza con i moderni metodi di comunicazione, leggi posta elettronica.

Il Consiglio nazionale aveva invece stralciato quest’obbligo allo scopo di evitare l’invio di corrispondenza non richiesta, facendo anche in modo di evitare che i parlamentari vengano molestati al domicilio. Il dossier ritorna alla Camera del popolo per eliminare questa divergenza.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE